Stephen King – La metà oscura

Thad Beaumont è uno scrittore di successo che per anni ha pubblicato romanzi con lo pseudonimo di George Stark: storie violente e di successo, che lo hanno reso ricco e famoso. Ora può finalmente scrivere con il vero nome, ma non sa che la figura di Stark, la sua metà oscura, non intende affatto sparire: più viva e spietata che mai, diventa una macchina di morte che distrugge quanto incontra sulla strada che conduce al suo creatore. Per difendersi da questa orribile minaccia, Thad dovrà spingersi negli angoli più inquietanti della sua mente…

Questo romanzo Stephen King lo dedica, a mio modo di vedere, non solo a Richard Backman, suo pseudonimo per alcune pubblicazioni, ma anche a tutti quegli autori a cui non basta tirar fuori storie, frutto della loro immensa fantasia. Lo scrittore statunitense fa tutto servendosi, naturalmente, del lato oscuro legato a questo tipo di operazioni. Nel mio piccolo, da autore mi sono immedesimato perfettamente nelle situazioni vissute da Thad Beaumont e famiglia. Lo scrittore, protagonista di questo racconto, si ritrova catapultato all’interno di un contesto che Robert Louis Stevenson aveva tracciato giusto qualche secolo fa. La storia del doppio, del bene e del male, rivive qui in La metà oscura, facendo risorgere, in chiave moderna, il dottor Jekyll e il signor Hide. King ci regala l’ennesimo romanzo da leggere tutto d’un fiato. La storia è così ben intrecciata che è un piacere tornare a sfogliare queste pagine, seppur cariche di episodi cruenti e di tanta, tanta emotività. Dopotutto, il caro zio Stephen, ci ha abituato spesso a questo genere di storie. Insomma, il romanzo è piacevole, preciso e diretto come sempre, con quell’aura tetra, misteriosa e cruenta che definisce bene molte delle opere di uno scrittore con la S maiuscola come Stephen King. Devo segnalare una nota negativa nei confronti della casa editrice che si è occupata dell’edizione italiana del romanzo. Ho tra le mani quella della PickWick, prima edizione 2014. Si poteva optare per una qualità della carta migliore visto il nome in copertina. Alcune parole risultano sbiadite e, come se non bastasse, l’editing, seppur buono, lascia qualche refuso qua e là, cosa che da una casa editrice importante (appartenente al gruppo Mondadori) non è ammissibile.

Punteggio:

Armando

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