Vedere il nome di Adolf Hitler far capolino in un argomento come il tempo potrebbe ingannare il lettore. Molti, infatti, identificherebbero il soggetto in questione solo e soltanto con in fatti tristi, assurdi e sanguinosi avvenuti poco più di settant’anni fa. All’interno di questo lavoro, che vede il tempo come protagonista, Adolf Hitler è sì presente ma non nella sua versione adulta. A fare la parte del protagonista all’interno di questo articolo è Adolf, un bambino come tanti, nato in Germania, ancora sconosciuto alle cronache mondiali. Rispetto ai fatti avvenuti in quella che la storia ricorda come Seconda Guerra Mondiale, facciamo un salto nel tempo, concludendo il nostro viaggio alla fine del secolo XIX, precisamente nel 1894. È in questo momento storico che Adolf Hitler, la sua storia, il suo nome diventano parte integrante di questo lavoro. Ci si potrebbe chiedere:
Cosa c’entra l’Hitler bambino con una questione che riguarda il tempo?
Rispondo dicendo che è fondamentale per potervi raccontare al meglio, e in maniera semplice, come viene affrontata la questione tempo sia dalla letteratura che, naturalmente, dalla scienza stessa. All’epoca dei fatti, Adolf altro non era che un bambino comune. Correva, rideva, scherzava e affrontava la vita come molti suoi coetanei. L’Europa era in fermento. La Germania progettava i suoi movimenti futuri, quelli che avrebbe condotto il pianeta all’interno di quella prima guerra mondiale sanguinosa come poche nella storia. In un giorno qualsiasi di quell’anno, almeno sarebbe stato così per chiunque non si fosse rivelato come il protagonista in questione, il giovane Adolf, per colpa di un gioco, una prova di coraggio o semplicemente per disattenzione, finisce a mollo in un fiume ghiacciato. Annaspa, prova a tirarsi fuori con tutte le forze ma lo shock termico, unito a un fisico minuto, vanificano tutti gli sforzi. Esausto, probabilmente cosciente di una morte imminente, Adolf si lascia andare…riprendendo conoscenza, tra brividi di freddo, vomito e nausea persistente, sulla riva di quello stesso fiume che lo stava tirando a sé. Provvidenziale fu l’intervento del prete di paese, secondo le cronache dell’epoca padre Johann Kuehberger, che, vedendo il bambino sbracciarsi come un matto, si tuffò in quelle acque gelide strappando alla morte quel pargolo ormai rassegnato. Quello appena narrato è un episodio realmente accaduto. Le cronache non sono concordi, come potrete leggere in molti resoconti storici dell’epoca, sul coinvolgimento di Hitler in quell’episodio. Noi, prendiamo per buono questo episodio. Hitler si è trovato davvero a un passo dalla morte in tempi non sospetti, molto prima di diventare quel Führer spietato che la storia oggi ricorda. Alla luce di quanto scritto, vi chiedo:
Cosa sarebbe successo che quel bambino non fosse mai diventato uomo? I fatti legati al secondo periodo bellico si sarebbero svolti lo stesso e nel medesimo modo?
Vi lascio questi quesiti su cui ragionare. Allo stesso tempo, dopo la pausa di fine anno, gli stessi saranno la base per introdurvi i concetti degli universi paralleli, a oggi ancora dibattuti dalla scienza, di cui parlò anche colui che ha permesso, con la sua sentenza, l’inizio di questi lavori: Albert Einstein.
Armando