Joe Hill – La scatola a forma di cuore

Il protagonista, mito invecchiato del rock death-metal, è un collezionista del macabro: un ricettario per cannibali, un cappio da boia di seconda mano, un film snuff. Ma niente può competere con quell’oggetto in vendita su Internet: “Vendesi il fantasma del mio patrigno al miglior offerente…” dice l’annuncio. E l’uomo ha già la carta di credito in mano. Per mille dollari diventa l’unico proprietario di un abito che appartiene a un uomo morto. Il protagonista non ha paura. È da una vita che gestisce una serie di fantasmi: quello di un padre molestatore, delle amanti abbandonate senza cuore, degli amici traditi. Ma quello che gli porta il corriere in una scatola a forma di cuore non è un fantasma come tutti gli altri. L’ex proprietario dell’abito è “morto e vegeto” ed è ovunque: dietro la porta della camera da letto, seduto nella Mustang, in piedi davanti alla finestra, dentro lo schermo gigante del suo televisore, nel corridoio con un rasoio affilato appeso a una catena nella sua mano scheletrica. E sempre in attesa…

La scatola a forma di cuore è probabilmente uno di quei romanzi disturbanti come non ne avevo letti nell’ultimo periodo. Eppure il titolo tende a sviare il lettore, facendolo titubare sul suo acquisto o meno. Perché succede questo? Semplice: per colpa di tutti quegli horror sul mercato che non meritano questo appellativo. Fatta questa dovuta precisazione, passiamo a una analisi del testo in questione. Sin dalle prime battute ci si ritrova catapultati all’interno di un contesto che chi ama il rock conosce bene. È quello che accade in un secondo momento a cambiare radicalmente le cose. Quello che ho apprezzato è la linearità con cui Joe Hill è in grado di cambiare faccia al suo romanzo. Quello che, in un primo momento, appare come una sorta di biografia dedicata alla vita privata della nostra rock star di turno, si trasforma in un qualcosa che va in tutt’altra direzione. I temi toccati dallo scrittore americano si muovono su più fronti. Grande il lavoro svolto per poter inglobare in un solo testo l’horror puro, quello dei migliori; temi sociali di cui sentiamo parlare quotidianamente; riflessioni su una società che sembra muoversi in maniera del tutto sbagliata. Insomma, Joe Hill è un autore dal leggere e rileggere, capace di lasciare a bocca aperta il lettore, e non solo quello che si avvicina al suo mondo letterario per la prima volta. Dopotutto è figlio di quel diavolo di uno scrittore che risponde al nome di Stephen King, e con un maestro di questo calibro con cui crescere il successo letterario è inevitabile.

Punteggio:

Armando

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