Inchiesta: il “Palazzo Bruciato” – La rinascita dalle ceneri

Come abbiamo visto all’interno dell’articolo della settimana scorsa, la questione insoluta del cosiddetto “Palazzo bruciato” va avanti da troppo tempo. La si può risolvere riconvertendo quello che oggi chiamiamo “mostro” in una risposta non solo ecologica ma, per la cittadina tutta, come un riscatto culturale. Questo ammasso di ferro e mattoni, il mostro cupo che oggi vediamo, ahi noi, stagliarsi sullo sfondo della via principale di Corigliano Calabro, frazione del comune unico di Corigliano Rossano, può tranquillamente diventare il protagonista di questa neonata cittadina. Grazie a una attenzione vera, chiara e immediata, da parte di quella amministrazione comunale nata con buoni propositi, il palazzo agonizzante potrebbe diventare il fiore all’occhiello della cultura della cittadina stessa. Dalle foto presenti non si può non notare le potenzialità, intesa in termini di spazi, che il comune stesso può mettere al servizio del cittadino. La nascita, al suo interno, di quella biblioteca pubblica e accessibile quotidianamente a tutti e che a oggi manca; la presenza di bar e luoghi di ristoro; un’area relax atta a ospitare grandi e piccoli; sale convegni dove poter discutere e presentare eventi culturali; un’area verde, una sorta di parco, magari ubicato ai piani alti; la possibilità di renderla autonoma grazie all’impianto di pannelli solari, facendo della struttura stessa l’emblema della sostenibilità ambientale ormai in atto in tutto il mondo. Insomma, il “Palazzo bruciato” potrebbe essere riconvertito in quello che potremmo benissimo chiamare il “Palazzo della Cultura”. Grazie a una attenta ristrutturazione, quello che oggi è un pugno nell’occhio per il nostro paese può trasformarsi in un gioiello. Con l’aiuto di fondi europei; con l’attenzione dell’assessore alla cultura, e con la volontà del sindaco, tutto questo può diventare una realtà. Certo, non si pretende che tutto questo sorga da un giorno all’altro ma se non partiamo da un punto, che sia chiaro, funzionale e del tutto necessario per il paese, non si può pretendere che qualcosa cambi. Con il presente articolo invito personalmente il sindaco Flavio Stasi a un incontro dove poter discutere della questione. Deve essere un incontro dove è la cultura a essere la protagonista. Piazzate senza conclusioni tangibili; propaganda politica e sciocchezze simili sono bandite. In una situazione come questa serve concretezza, la voglia di ritornare alla cultura, quella vera, fatta di libri e consegnata, di conseguenza, alle giovani generazioni. È un impegno che riguarda tutti noi adulti. Se siamo noi i primi a continuare a girarci dall’altra parte su un problema, come quello in esame, che a oggi, dopo 23 anni, è ancora presente, tutte le lamentele su un cambiamento che non avviene saranno ingiustificate.    

Armando

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