Il Libro dei morti tibetano o Bardo Thòdol” (“grande liberazione con l’ascolto”) è uno dei testi fondamentali del buddismo tibetano, ma anche una grande e seducente evocazione poetica. Un libro capace di guidare i defunti ai quali venivano sussurrate nell’orecchio queste frasi di saggezza – nel loro viaggio nei Regni Oltremondani. Ma soprattutto un libro in grado di farci conoscere i piani più riposti del nostro spirito e del nostro pensiero, alla luce della consapevolezza che ogni cosa esiste all’interno della nostra mente e in questo habitat va compresa. La morte, in quest’ottica, non è che l’occasione di lasciare liberi i sogni, le visioni e le illuminazioni della nostra mente. Un patrimonio di materiali, esperienze e immaginazione che in queste pagine è libero di sprigionare tutto il suo fascino
Era già da tempo che volevo leggere questo testo. Incuriosito da recensioni, articoli e da quella filosofia orientale che tanto mi affascina, mi sono avvicinato a esso in punta di piedi. È un classico della letteratura orientale, conosciuto in tutto il mondo. Il libro dei morti tibetano racchiude in sé i misteri di quella morte così poco discussa a oggi. Testo non facile, mia considerazione personale, probabilmente mi sono trovato a leggere questo libro in un periodo non adatto. Può capitare quando riferimenti e pensieri così profondi e, perché no, difficili ci si pongono davanti. Serve tanta pazienza, attenzione e tantissima apertura mentale per poterlo comprendere e apprezzare appieno. Una sola considerazione in merito credo sia dovuta:
Il Buddismo tibetano non sembra rispecchiare quella filosofia atea propria a correnti di questo tipo
In ogni caso, mi riserbo di ampliare e migliora questa recensione in futuro. Probabilmente, come è successo come con Se questo è un uomo di Primo Levi, metterò nuovamente mano a questo testo non appena sarò abbastanza maturo per comprendere tale un qualcosa che va oltre lo scritto classico, che integra in sé il più grande mistero della vita. Naturalmente questo, come altri testi simili, non è idoneo a una valutazione in quanto non si tratta di un romanzo ma di una filosofia di vita.
Armando