I tempi di esecuzione

Come accennato la settimana scorsa, il ritorno alla mono frequenza, classica impostazione ancora in voga in sala attrezzi, è stata condita da una variabile capace, da sola, di cambiare radicalmente il volto di quell’allenamento già visto e provato molte volte. La questione tempo è alla base dell’allenamento in palestra. Come sappiamo, l’esecuzione di un esercizio, con più o meno ripetizioni, ha una durata molto breve. Da pochi secondi a, nei casi migliori, una ventina circa, è questo il tempo effettivo si esecuzione di una singola serie. Il tutto, naturalmente, è condito da quel recupero che varia in base alle caratteristiche dello split: maggiori se si punta sulla forza o sull’ipertrofia, minori se si vuole rendere quel dato allenamento più vicino alla resistenza. Questa è la base. Da queste considerazioni sono partito per poter ristrutturare, cercando di dare un nuovo stimolo allenante al corpo, quelle sedute di allenamento sempre troppo simili tra loro, nonostante i vari cambi di prospettiva, Jump, multifrequenza o, come nel caso specifico, mono frequenza. Il tempo di esecuzione di ogni singola serie è finito sotto la mia lente d’ingrandimento. Dopo aver abbracciato per tanti anni la filosofia del carico importante sempre e comunque, avevo bisogno di staccare un po’ da questa impostazione in grado, prima o poi, di causare infiammazioni capaci di vanificare lo step successivo. Quindi cerco il giusto compromesso: diminuisco, e non di poco, il volume cercando di far durare la serie il più possibile. Ciò significa: tanta, tantissima, attenzione su ogni singola serie; ricerca della contrazione muscolare, curando al meglio, in maniera quasi maniacale, l’esecuzione; tempi di recupero stretti, andando ad abbandonare definitivamente quei recuperi, diciamolo pure, interminabili. Tutto ciò, visto su carta, non mi convinceva granché. Questo perché le novità, dopo tanti anni di dedizione a quella scuola di pensiero, che in ogni caso ha fatto tanto bene al mio corpo, non sono mai accettate nel momento vanno a intaccare quella routine ormai rodata da tanto, troppo tempo. È questa la prima sensazione che ho provato, e che probabilmente ognuno di voi proverà nel momento in cui si arriverà a considerare il nuovo quadro così come proposto. Non resta che mettere tutto nero su bianco, andando a strutturare l’allenamento in modo da poter partire. A dare le sensazioni definitive ci penserà la pratica una volta entrati in sala attrezzi. Di tutto questo vi parlerò nel corso delle prossime settimane.

Armando

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