Alieni: gli umani sono tra noi! – Sumeri, alieni e la nascita dell’uomo moderno

La vicenda che vede al centro l’evoluzione umana e la figura dell’extraterrestre sembra farsi sempre più fitta. Secondo le teorie declamate all’interno delle già citate Cronache terrestri, sono stati proprio loro, gli alieni, ad aver dato il là a un cammino evolutivo capace di distinguere l’uomo dal resto del regno animale. Alla luce di ciò, ci si chiede perché tale scelta sia ricaduta, facendo riferimento alla teoria avanzata da Zecharia Sitchin, sulla nostra razza. Si potrebbe azzardare dicendo che quella stessa cultura sumera fosse in uno stato evolutivo tale da potersi sviluppare, magari, in un periodo di tempo molto più lungo rispetto all’intervento extraterrestre. Davanti a un quadro del genere, proviamo a riabilitare il nome dell’Homo Sapiens in quanto, ed è lo stesso archeologo azero a declamare ciò, il cammino evolutivo forzato nell’essere umano altro non è stato che la ricerca di una mano d’opera capace di rispondere ai comandi di un committente. Questo è quello che trapela nel secondo capitolo dell’interessante lavoro portato avanti con fatica e dedizione da Sitchin, intitolato Le astronavi del Sinai. All’interno di questo testo viene fuori la volontà degli Annunaki di fornirsi di mano d’opera terrestre, in modo da poter sfruttare le risorse presenti sul nostro pianeta. In questo caso non si parla di sfruttamento minerario, di ricerca di ricchezze per poter innalzare il proprio stato sociale. Dopotutto, perché mai una razza superiore, tecnologicamente avanzata, considerata onnipotente, avrebbe dovuto fare ciò? Secondo Sitchin, le motivazioni sono da ricercare in tutt’altra direzione. Lo spiega bene archeologo: il moto di rotazione intorno alla stella del nostro sistema solare, il sole, del pianeta Nibiru, disegna un ampio movimento, tale da allontanarlo da essa a tal punto da far congelare l’immenso pianeta alieno. Si suppone, alla luce di ciò, che la stessa vita degli Annnaki, periodicamente, sia messa in pericolo da una situazione che si ripresenta in maniera ciclica. Quindi, come poter preservare il pianeta e i suoi abitanti da una catastrofe annunciata? Ricavando e immagazzinando calore grazie alle proprietà di un metallo presente sul pianeta Terra: l’oro. Rimangono oscure le tecniche utilizzate dai viaggiatori dello spazio per poter mettere in moto un sistema, si suppone, complesso come quello che avrebbe dovuto preservare un intero, immenso, pianeta. Quello che viene fuori da questa parte di un racconto, che vede l’essere umano al centro del progetto, seppur come manovale, è la stessa creazione della vita umana. Nessuna creazione a immagine e somiglianza di dio; nessuna volontà, così come affermano le religioni, da parte del padre celeste di consegnare in mano all’uomo il suo pianeta prediletto. Se lo hanno fatto gli Annunaki, così come scrive Sitchin, tale situazione altro non è stato che una sorta di ringraziamento per il lavoro svolto. Avrebbero potuto semplicemente eliminare quell’ominide dopo aver completato i compiti per cui era stato creato e istruito invece, i viaggiatori delle stelle, sembrano aver lasciato quel nuovo essere semplicemente in pace, rientrando sul loro pianeta natale con il prezioso carico senza mai, ma di questo non abbiamo prove, far più ritorno sulla terra. Tutto questo sembra aprire a una nuova possibilità per l’uomo nato da mani superiori, quello chiamato libero arbitrio. Forse, vista l’imperfezione della creatura che noi siamo, sarebbe più corretto parlare di abbandono a sé stessi, con un comandamento, forse nato da una pura congettura in quell’uomo evoluto, ma ancora immaturo, quello riguardante le ricchezze. L’oro estratto e portato su Nibiru potrebbe essere la causa della corsa alle ricchezze, e quindi al potere, a cui ogni essere umano ambisce nel corso della sua esistenza? Naturalmente non lo sappiamo. Quello di cui siamo certi vede la teoria degli antichi astronauti al centro di una sorta di universo parallelo dove tutto, ma proprio tutto, assume una sfumatura ben diversa rispetto alla realtà, credente o meno, da ogni uomo e donna vissuta in qualsivoglia epoca e luogo. 

Armando    

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