Oltre a tutti i benefici fin qui elencati, questo è probabilmente l’aspetto più importante. Chi pratica assiduamente la sala attrezzi sa di essere soggetto, periodicamente, a infiammazioni più o meno gravi durante il corso dell’anno. Sono queste a vanificare, nel lungo periodo, quel percorso definito teoricamente in modo lineare ma praticamente sempre condito da quelle battute d’arresto causate non solo da esecuzioni discutibili ma, in molti casi, da quel carico eccessivo protrattosi per troppo tempo. Con l’impostazione di cui vi sto parlando da qualche settimana a questa parte non ho riscontrato tutte quelle infiammazioni ormai classiche. L’aver limitato i carichi, aumentando l’attenzione sull’esecuzione di tutti gli esercizi, mi sta permettendo di vivere meglio l’esperienza di allenamento in sala attrezzi. In passato, già a metà percorso, ho riscontrato non pochi problemi dovuti principalmente a fastidi persistenti su spalle e ginocchia, dovuti, appunto, all’aumento dei pesi all’interno di quegli esercizi chiave come panca piana, leg press (o squat) e miliary press. Inoltre, la bassa schiena andava spesso in sofferenza una volta che i carichi sugli stacchi da terra, esercizio onnipresente all’interno dello split, superava quella soglia dove la sicurezza inizia a vacillare. Oggi tutto, per fortuna, è cambiato. All’interno degli ultimi nove mesi, gli acciacchi più persistenti sono stati dovuti più ai cambiamenti climatici che ad altro. Necessarie, a mio avviso, le classiche settimane di scarico, in grado di permettere al corpo di tirare un po’ il fiato dopo un lavoro ripetuto ininterrottamente per un periodo medio lungo, nel mio caso sei mesi. Sono infatti due le settime di pausa annuali dagli allenamenti, per quanto mi riguarda un giusto compromesso. In definitiva, la scelta fatta agli inizi di questo nuovo anno di allenamento 21/22 sta portando ancora più sorprese rispetto a quanto previsto.
Armando