Protagonisti del più famoso racconto nero di Henry James sono due bambini, Flora e Miles, perseguitati ma anche attratti dai fantasmi di due personaggi che in vita condividevano le loro giornate. Come in tutti i racconti di James, però, vero protagonista è anche la cupa, minacciosa atmosfera, piena di oscuri presagi, che incombe su paesaggi e persone. Una storia nella più stretta tradizione gotica, tra sovrannaturale e realtà, scritta da un grande narratore dell’Ottocento.
Reale e irreale. Vita vera e tormenti interiori. La paura dell’ignoto e la ricerca di una soluzione per poterla combattere. Sono queste le principali tematiche trattate da Henry James all’interno di questo romanzo. Non sono solo i fantasmi così come siamo abituati a vederli in azione a essere i protagonisti. Sembra che lo scrittore abbia utilizzato l’escamotage della paura per raccontare i suoi più intimi tormenti. Da tutto questo nasce Giro di vite, un romanzo horror capace di fare da apripista alle nuove generazioni di scrittori che al genere hanno dato tanto nel corso del secolo ventesimo. I personaggi sono presentati al meglio, lasciando su ognuno di essi quell’alone capace di disturbare il lettore più attento, incapace di conferire un vero ruolo a colei, o colui, che gli si presenta innanzi. Tutto gira intorno al mistero, al terrore di ritrovarsi in ogni angolo in compagnia di figure estranee al contesto di cui la protagonista della vicenda ci parla. Allo stesso modo, i coinquilini fatti di carne e ossa non sembrano rispecchiare la normalità che ci si attende da coloro i quali si condivide lo stesso habitat. Tra punti interrogativi, apparizioni inaspettate e dialoghi fuori da ogni logica, Giro di vite entra di diritto nei classici del genere, invitando il lettore a vivere in prima persona una situazione in grado di lasciarlo in compagnia delle sue paure più profonde.
Punteggio:
Armando