Il titolo parla chiaro: lo sport è per tutti! Praticato all’aperto, al chiuso, in modo collettivo o individuale, nessuno può mettere in discussione una attività necessaria per il benessere psicofisico dell’individuo. Certo, nel corso degli anni, e soprattutto nell’ultimo secolo, l’attività sportiva si è evoluta come mai aveva fatto prima. Tra la nascita di nuovi sport; attrezzature sempre più tecnologiche e sofisticate; con la possibilità di svolgere il tutto anche tra le mura casalinghe, l’atleta amatoriale ha solo l’imbarazzo della scelta. Fin qui tutto bello ma, come abbiamo visto negli articoli che hanno preceduto questo, il modo di frenare le aspettative di chi si approccia a una attività è sempre dietro l’angolo. Abbiamo parlato dettagliatamente dell’impatto, e dell’evoluzione, di quelle strutture dedicate al fitness e al body building. Abbiamo apprezzato le differenze tra azienda sportiva e associazione sportiva, rammaricandoci del funzionamento più che discutibile di quest’ultima. Nel caso in cui ci trovassimo davanti la problematica sollevata in questa sede (chi non avesse letto l’articolo lo trovate qui), gli atleti amatoriali hanno davanti a loro una strada principale da perseguire: abbandonare quell’associazione favorendone una di pari grado che svolge i compiti, e la missione, proposta dall’ente. Cerchiamo, tutti insieme, d’incentivare e gratificare il lavoro di quelle persone che hanno deciso di lavorare onestamente, facendosi carico di una missione molto difficile da portare a termine: educare i neo atleti a una vita fatta di sport e tanta, tanta, salute. Solo unendo le nostre forse si riuscirà, con il tempo, a pulire il nostro sistema sportivo incentivato, c’è da ricordarlo, dallo Stato Italiano.
Armando