Fitness e palestre: è solo roba da ricchi?

Alla luce di quanto scritto nel corso delle settimane passate, sembra proprio così. Il fitness è diventato, nel corso degli ultimi decenni, nient’altro che roba da ricchi. L’impostazione utilizzata dalle strutture parla chiaro: se hai bisogno di una figura professionale che ti educhi alla attività in salta attrezzi dovrai necessariamente aprire il portafoglio. Nonostante, come abbiamo visto nell’articolo dedicato alle associazioni sportive (chi non lo avesse letto lo trova qui), lo stato incentivi lo sport, molti dei proprietari preferiscono monetizzare ulteriormente privatizzando lo stesso allenamento, lasciando in balia delle onde il frequentatore inesperto non in grado di permettersi il supporto del personal trainer. Questa situazione aumenta, e di molto, i rischi per questi soggetti. Essi preferiranno spulciare sul web, sperando di risparmiare, per poter condurre al meglio il loro allenamento, cadendo puntualmente della ragnatela degli infortuni. Tra esecuzioni disastrose; programmi scriteriati; scelta di protocolli non idonei alla preparazione del neo atleta, più che far bene, in questo caso, la sala attrezzi rischia di condurre in ospedale coloro i quali preferiscono, in maniera forzata da quel sistema malato, improvvisare il loro split allenante. Il povero istruttore di sala, ormai emarginato se non del tutto scomparso, sarebbe stata la persona chiave per poter ovviare a questa problematica. Purtroppo, il denaro regna sovrano, spodestando le buone intenzioni con cui chi apre una associazione sportiva inizia quel cammino riferito al benessere psicofisico divenuto oggi nient’altro che business. È una amara considerazione ma la realtà è purtroppo questa.

C’è modo di rimediare?

Armando

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