Come rovinarsi in quattro mosse: mossa tre – Relazioni tossiche

Sono probabilmente loro, le relazioni tossiche, l’aspetto più distruttivo di tutta la nostra esistenza. Come esseri umani, siamo alla costante ricerca di relazioni interpersonali. Ricerchiamo ascolto e proviamo a darlo a coloro i quali interagiscono con noi. Chi più chi meno, tutti abbiamo a che fare con il prossimo, anche con quello che rischia di destabilizzare il nostro quotidiano, innescando, in alcuni casi, una caduta in verticale senza alcuna via d’uscita. All’interno della rubrica Letteratura e dintorni, proprio in queste settimane, sto illustrando la vita e i tormenti di un uomo che tutti noi conosciamo, Robin Williams. Sebbene la sua vita sia una esasperazione di quanto si vuole illustrare all’interno di questo articolo, il bravo attore americano è una delle massime espressioni su come i rapporti tossici possono distruggere gradualmente le nostre esistenze. Parentele troppo strette; amicizie sbagliate; rapporti sentimentali che non hanno motivo d’essere; sono questi i principali imputati, le cause di quel malessere che, poco o tanto, ha colpito anche noi. Chiediamoci:

È possibile tutelare la nostra esistenza da tutto questo?

Certamente, ma questo comporta una attenzione maggiore verso chi ci sta davanti, arrivando persino a un allontanamento di quel soggetto così negativo per la nostra vita. Lo sappiamo bene: nella nostra società situazioni di questo tipo si conoscono fin troppo bene. Allo stesso tempo, si vuole per riservatezza, quieto vivere o per qualsiasi altra giustificazione, tutto questo si tace e si evita in nome della “vergogna” che una esposizione del genere potrebbe crearci. Il giudizio di soggetti esterni è il motore trainante, a mio modo di vedere, di quelle mancate decisioni che avrebbero potuto, se prese per tempo, migliorare le nostre vite. È un punto su cui bisogna riflettere bene, ponendoci magari quella domanda a cui dare subito una risposta:

Possibile che la mia vita venga gestita dal parere di persone con cui non ho nulla da dividere?

Personalmente ho risposto a questo quesito valutando in maniera fredda coloro che mi stavano intorno. Ho preso le mie decisioni, apprezzare, condivise o meno. Di tutto questo, ho avuto in riscontro pratico nel breve termine. Risultato? Tutto va sicuramente meglio. Pensare al proprio bene non è un male, permettere a terzi d’insinuarsi come un virus nelle nostre vite sicuramente lo è.

Armando

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