L’ascia di guerra sembra essere stata messa da parte. All’orizzonte si ipotizza una alleanza duratura tra il mondo del fitness e quello del powerlifting. Si spera sia un connubio in grado di apportare quelle migliorie necessarie all’interno non solo degli split ma delle stesse strutture dedicate a queste discipline. Nonostante la ricerca della forma più che della sostanza, credo, rimarrà il diktat principale, le nuove possibilità alleanti lasciano spazio a nuove considerazioni. Si arriverà a proporre sempre più spesso impostazioni in grado di permettere al corpo degli atleti una consapevolezza diversa, in merito a quegli esercizi fondamentali a volte, forse tropo spesso, snobbati, a cui vengono preferiti movimenti non in grado di rafforzare e coinvolgere tutte le fasce muscolari. Sarà un lavoro lungo e difficile, soprattutto per quanto riguarda il cambiamento di pensiero in coloro i quali sono legati a impostazioni ben diverse. Con la giusta predisposizione, e una attenta analisi su quanto si andrà a fare, l’atleta può essere messo davanti a un qualcosa in grado di migliorare davvero il suo corpo, in tutto il suo complesso, in un periodo di tempo, probabilmente, più lungo. Ciò non deve scoraggiare il soggetto che si ritroverà davanti tale impostazione. Il medio – lungo periodo, se affrontato con impegno, potrebbe essere in grado di dare risposte importati sia per quanto riguarda tecnica, forza e forma, andando a cambiare, senza troppe difficoltà, quel pensiero troppo spesso legato al tutto e subito, alla ricerca esclusiva di una forma fisica piuttosto che al quel benessere psicofisico tanto importante. A fare da guida sarà l’istruttore o meglio, come è stato già ampiamente illustrato non troppo tempo fa, quella del personal trainer. Sarà lui a guidare, istruire e motivare il neo atleta alle prese, in questo terzo decennio degli anni duemila, con una impostazione allenante molto diversa rispetto al passato. Per quanto concerne il futuro non ci resta che attendere nuovi sviluppi.
Armando