Anne Rice – Armand il vampiro

Morto carbonizzato sul sagrato della cattedrale di Saint Patrick a New York: questa era la fine che tutti credevano avesse fatto il vampiro Armand, immolatosi sotto i raggi del sole dopo aver visto il volto di Cristo impresso sul velo della Veronica. Invece Armand è sopravvissuto e, dopo essere stato curato da due giovani mortali, è pronto a raccontare al vampiro-biografo David Talbot la sua vita, lunga oltre cinquecento anni.

Con il vampiro Armand, e parlando in generale con questo sesto volume della fortunata saga ribattezzata Le cronache dei vampiri, Anne Rice non ci racconta soltanto la storia di questa meravigliosa creatura. Trapela in ogni pagina quel moto di conversione al cattolicesimo partito, come detto qualche tempo fa, con Memnoch il diavolo. Credo sia possibile considerare Armand come l’alter ego per eccellenza di Lestat. Quest’ultimo ancora legato, in un certo qual modo, all’ateismo, espresso dall’autrice statunitense fino al quarto romanzo della saga. Armand, avido di conoscere le sue origini, pronto a incamminarsi su una strada buia e non ancora battuta, invece, sembra aprire definitivamente la strada verso una religiosità, seppur ancora acerba, segnando il cammino intrapreso dalla sua stessa creatrice. Armand il vampiro sembra interpretare all’interno delle cronache il ruolo del personaggio spartiacque. Un testo avvincente, carico, come è consono a una scrittrice sublime come la Rice, di emotività. Azione, suspense, tragedia, vita e morte, è con questi termini che possiamo definire questo ennesimo capolavoro.

Punteggio:

Armando

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