Adriano Barone – Il ghigno di Arlecchino

Vittima di esperimenti che lo hanno portato ad avere poteri quasi divini, ma sui quali non ha il minimo controllo, il folle Arlecchino fugge dalla prigionia impostagli fin dalla nascita. Il giullare si ritrova in un mondo in apparenza perfetto, dove la morte non esiste: insofferente a ogni tipo di regola, vittima di un destino che lo vede sempre in balia di forze che vogliono imporre l’ordine nel Multiverso, Arlecchino porta il caos nel mondo in cui è prigioniero e, liberatosi, in tutte le altre realtà esistenti, provocando ciò che i misteriosi Tracciatori vogliono prevenire ad ogni costo.

E quando si scatena la sua follia, in tutti i Tracciati dell’universo risuona il ghigno di Arlecchino.

È stato davvero difficile portare a termine questa lettura. Non è tutta colpa di Adriano Barone, almeno per quanto riguarda la prima parte del racconto intitolato Il ghigno di Arlecchino. È la prima volta che mi imbatto in quella che viene definita New – Weird, è la parola strano per definire questo racconto calza a pennello. Le prime cinquanta – sessanta pagine scorrono tutto sommato bene. Serve molta attenzione nella lettura di testi come questo. Contorto, scritto in una chiave così diversa rispetto ai classici testi in cui mi sono imbattuto sino a ora, cosa che costringe il lettore a interfacciarsi con esso in un modo completamente nuovo. Ci si sente come un bambino che ha appena iniziato i primi passi con la lettura, una sensazione davvero fastidiosa, almeno per quanto mi riguarda. Per quanto contorto, come detto, la prima parte si riesce a leggere seguendo bene la trama, i personaggi e le morali che lo scrittore vuole lasciare. È nella seconda parte che tutto cambia. Sembra scritto da mani diverse rispetto a quanto letto solo poche pagine prima. Cosa sia successo all’autore rimane per me un mistero ancora irrisolto. Nonostante abbia ripetuto la lettura di passaggi, paragrafi e capitoli, Il ghigno di Arlecchino non è riuscito a scalfire la mia curiosità. Più volte sono stato sul punto di chiudere il testo e relegarlo a un angolo della mia libreria. Così facendo, però, non avrei potuto scrivere una recensione veritiera. Devo ammetterlo: il genere New – Weird non fa assolutamente per me. Sono un lettore che ama la chiarezza e la semplicità, caratteristiche che non rispecchiano affatto il lavoro di Adriano Barone. Peccato, il titolo mi intrigava e non poco. Con una stesura del genere anche la curiosità più accesa si spegne con un minimo soffio di vento.

Punteggio:

Armando

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