Questione di tempi: XX secolo – L’ascesa del cinematografo

Il cinema è probabilmente il mezzo che ha rivoluzionato, più qualunque altro, la vita di tutta l’umanità. È assurdo pensare, per noi cittadini del ventunesimo secolo, al silenzio che inondava le case prima che l’avvento di questo mezzo innescasse tutto un processo che, nella seconda metà del ventesimo secolo, ha fatto entrare, per non uscirne più, quella televisione onnipresente oggi in ogni stanza. Eppure, ne è passata di acqua sotto i ponti. Non è stata di certo una passeggiata mettere a punto un’idea geniale come questa. Tutto è partito dalla seconda metà dell’ottocento quando, intorno agli anni settanta, si iniziò ricercare quel movimento assente all’interno dei nostri ritratti e, soprattutto, in quelle prime fotografie che hanno rivoluzionato l’idea stessa d’immagine. Da allora, dopo decenni di sperimentazioni, non tutti trascorsi tra riscontri positivi, si è arrivati alla fine del secolo con quelle prime scene in movimento che hanno incantato il mondo. Come accennato all’interno dell’articolo della settimana scorsa, i fratelli Lumière, probabilmente i primi veri pionieri di quella che oggi chiamiamo regia, hanno lanciato il mezzo in Europa, mostrando al mondo la più celebre ripresa cinematografica del tempo: L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat. Correva l’anno 1896. Da allora, quel treno non si è mai fermato, arrivando a sfornare film in tre dimensioni, con effetti speciali che all’epoca non si riusciva nemmeno a immaginare. Uno step fondamentale, una prima fermata che risulta la via di mezzo per eccellenza tra l’antico e il moderno, è sicuramente quello che vede il cinema muto come protagonista. Prima dell’avvento del sonoro fare cinema era tutta un’altra cosa. Quando vengono meno le parole, i rumori e i dialoghi dei personaggi, serve un linguaggio del corpo in grado di poter trasmettere sensazioni capaci di traghettare lo spettatore fino alla fine di quel viaggio fatto di pellicola. In tempi recenti, abbiamo visto all’opera uno dei più straordinari attori del nostro tempo, forse un po’ troppo snobbato qui nel nostro bel paese. Mi riferisco a Rowan Atkinson, interprete e padre di quel Mr. Bean che con i suoi silenzi ha incantato il mondo, nonostante la società fosse indirizzata in tutt’altra direzione. Seppur in tempi, modi e situazioni diverse, l’attore inglese risulta a tutti gli effetti un nipote di colui che il cinema muto lo ha reso celebre in tutto il mondo agli inizi del secolo scorso. Sarà proprio quest’ultimo il protagonista delle settimane che verranno. Un uomo, prima che personaggio, capace di sfidare la critica del tempo, e non solo sullo schermo. Charlie Chaplin, dopo Edgar Allan Poe per il diciannovesimo secolo, è il protagonista di questa prima parte del novecento dedicata alla Questione di tempi.

Armando

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