Questione di tempi: Seconda metà del XX secolo e nuovo millennio

Dopo una cavalcata durata un secolo e mezzo siamo arrivati, finalmente, a ridosso del periodo storico che stiamo vivendo. La seconda metà del secolo ventesimo si è rivelata, probabilmente più di qualunque altra, colei che ha sancito una separazione netta con il passato. La tecnologia corre come un cavallo imbizzarrito a cui è difficile stare dietro. Tante sono le novità, tra le più importati, forse mai presa davvero in considerazione, l’arrivo della televisione all’interno delle nostre case. Il silenzio, scandito in molti casi dallo scoppiettio della legna nel camino, sembra essere un lontano ricordo, quasi un virus ormai debellato. Eppure, quanto bene ha fatto quel silenzio. Non lo apprezziamo più, non siamo più in grado di prenderci cura di lui, a differenza di come il silenzio si è sempre preso cura di noi. Questo alleato immobile è stato capace di far ragionare l’essere umano in un passato neanche poi così remoto. E oggi? Come ragiona l’uomo moderno? Sembra farlo in relazione a quello schermo luminoso ormai onnipresente. Sembra stia mandando in via di estinzione quella individualità che ha forgiato l’uomo in tutto il tempo della sua evoluzione. Lo stesso essere umano sembra un qualcosa di diverso rispetto a quello che era in passato. Non si parla più, si opina. Non si ascolta più, si sovrasta il prossimo. Non esiste più un collettivo vero, rimpiazzato da pensieri espressi solo sui social network, l’unico vero universo dove poter vivere e parlare. È in questo malcontento generale che vive la sua vita il protagonista che ho scelto per rappresentare questo periodo storico fatto di tante novità, viaggi impensabili fino a qualche decennio prima, e di possibilità proprie solo della miglior fantascienza. Lui, con i suoi modi gentili, sempre pronto ad allietarci con una battuta mai volgare, è figlio di quel progresso tecnologico che lo ha visto dapprima muovere i primi passi verso il successo in televisione per poi finire sul grande schermo. Ha vinto un oscar; ha vestito panni così diversi tanto da stupire lo spettatore di tutto il mondo. Ha conosciuto e frequentato tante persone, ritrovandosi a vivere quella solitudine che tutti noi conosciamo. Robin William è tutto questo e, allo stesso tempo, l’esatto opposto. Un uomo tormentato, un individuo a cui l’ascolto sembra essere stato precluso. Dietro una risata difficilmente si nasconde la felicità. Nelle settimane che seguono vi proporrò l’identikit, strettamente personale, di questo genio della risata, un uomo prima che un attore incompreso da una società che non riesce a vedere oltre le apparenze.   

Armando

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