Il mio nuovo allenamento per le gambe (pre – virus)

Dopo aver sperimentato vari split, training molto simili l’uno dall’altro che differivano in ripetizioni, serie e tempi di recupero, sentivo il bisogno di testare un qualcosa di nuovo. Non che quello che vi sto per dire sia una novità assoluta, ci mancherebbe, lo è, di certo, per me. Mi sono divertito a cercare gli split di personaggi che di fisico ne hanno da vendere, non di certo per rivedere in me quegli stessi risultati. È un piccolo consiglio che vi do: testate, divertitevi a variare gli esercizi e i modelli d’impostazione, ma non dimenticatevi mai di rapportarli sulla vostra struttura muscolare. Da grande appassionato di wrestling quale sono, mi sono basato su due personaggi che di certo conoscerete anche voi: The Rock e John Cena. L’allenamento di quest’ultimo è stato da me scartato a priori. Troppo divario nelle esecuzioni (dei carichi neanche vi parlo, i suoi mostruosi, meglio lasciare perdere). Cena è uno di quei soggetti così predisposti e geneticamente, quasi, perfetti da non essere preso in considerazione (se avete dubbi andate su YouTube e guardate la sua esecuzione dello squat). The Rock non è di certo l’ultimo arrivato. Possente, fortissimo e, grazie a una intervista sulla rivista Mens Health, da parte del suo preparatore, al secolo Dave Rienzi, oggi è a disposizione di tutti il suo workout, quello dedicato alle gambe. Non starò qui a indicarvi lo split completo (eccolo) ma per descrivervi la sua impostazione. Quello che il coach Renzi consiglia è molto semplice:

Lavorare in maniera unilaterale è la scelta migliore

Oltre a ciò, sviluppato nel grosso della seduta, Renzi da un’ennesima scossa all’approccio di allenamento. Come molti sapranno, le schede di allenamento dovrebbero essere cambiate in una finestra temporale che va da un minimo di 8 a un massimo di 12 settimane. Questo per permettere al corpo di potersi adattare al nuovo stimolo; esprimere al massimo il suo potenziale di allenamento su quei dati esercizi; poter incrementare i carichi in un tempo medio lungo e, arrivare al suo esaurimento alla fine di questo percorso. Il personal trainer americano stravolge completamente questa impostazione. Afferma di cambiare spesso l’allenamento del suo atleta:

Questo per non abituare i muscoli sempre alla stessa tipologia di esercizio

Per chi ha gruppi muscolari carenti, come nel mio caso, questa nuova possibilità potrebbe, il condizionale è d’obbligo, aiutare la loro condizione. Ne saprò di più una volta ripetuto l’allenamento, effettuato varianti sostanziali nei tempi da lui indicati, con la speranza di aver trovato un sistema che, se non risolvere definitivamente, può aiutarmi a migliorare laddove c’è bisogno. Date un’occhiata all’impostazione e, se vi va, lasciate un commento. Ne discuteremo insieme.

Armando

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