Questioni di tempo: l’individualità

Il discorso fini qui intavolato, iniziato con una frase già di per sé nuova tanto quanto assurda agli occhi dei più (il tempo non esiste!), arriva adesso a un ennesimo bivio, quello dell’individualità. Da sempre siamo abituati a considerarci esseri unici, per quanto riguarda aspetto, pensiero, modi di fare e di porci all’interno della società. Seppur sia diffusa la credenza che sul nostro pianeta siano presenti sette nostri sosia, uguali solo per aspetto, tale notizia non sembra averci toccato più di tanto. La teoria degli Universi paralleli, invece, ribalta completamente questa nostra percezione di unicità. All’interno di queste dimensioni parallele alla nostra, dovrebbero essere contenuti altrettante figure che rispondono al nostro nome. Differenze di scelte; di vita riferita a quel dato universo; modi di fare e modi di condurre la nostra esistenza potrebbero essere diversi…o forse no, non lo sappiamo. Quello che la scienza afferma, in maniera piuttosto netta, è la possibilità di avere un nostro doppio, moltiplicato per un miliardo…o forse più. A conti fatti, l’unico vero caposaldo della nostra esistenza, insieme al tempo, va a scomparire. Ci ritroviamo, alla luce di questa nuova possibilità, a fare i conti con un’informazione non solo nuova ma che sembra toccarci direttamente. Con molta probabilità, nessuno di noi entrerà mai in contatto con uno dei suoi gemelli paralleli, se così possiamo definire questa parentela multidimensionale. Una domanda non può che sorgere alla luce di quanto detto fino a ora:

Come si approccia l’essere umano a una situazione del genere?

Credo che la popolazione mondiale sia divisa da una teoria del genere. I conservatori, se così possiamo definirli, rigetteranno di sicuro questo concetto dato dalla scienza. I primi detrattori saranno, sono abbastanza sicuro tanto da metterci la mano sul fuoco, tutti gli organi religiosi presenti sul pianeta. Qui le differenze di credo poco importano: quando qualcuno si etichetta come il figlio di dio, creatore di tutto e tutti, una figura unica creata da un essere superiore, non avendo alcuna apertura mentale in merito a nuovi studi, teorie che, seppur tali, permettono all’essere umano una evoluzione quantomeno di pensiero, cercando di mettere un bavaglio ad affermazioni del genere. Così è stato in quel periodo buio che chiamiamo Medioevo. Oggi, grazie al sacrificio di molti pensatori, molte cose sono cambiate, prima fra tutte la divulgazione di informazioni teoriche di questo tipo. A loro, i conservatori, si vanno ad affiancare un gruppo cospicuo di curiosi e appassionati che affrontano la questione in modo diverso. C’è un buon numero di loro che vivono tale notizia con apprensione; altri lo faranno con entusiasmo, speranzosi, magari, di incontrare il sé stesso di un altro universo; i dubbiosi, coloro che non hanno ancora una idea definita sulla teoria in questione. Se possiamo affermare con una buona dose di sicurezza un qualcosa riferito alla questione degli Universi paralleli è la certezza che di questa teoria si parla in tutto il globo. Inoltre, vista la semplicità della nozione non c’è alcun bisogno di essere scienziati di fama mondiale per poter dire la nostra. Noi, il nostro essere, è il vero protagonista di una possibilità oggi solo fantasia ma che, un giorno, potrebbe aprire le porte di mondi inesplorati.

Armando

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