Roberto Mingoia – Maccheroni Connection

Ogghiularu, un paese immaginario della Sicilia, è il luogo idilliaco per eccellenza, ma è anche il posto dove la criminalità e il male sembrano aver preso il sopravvento su ogni forma di bene. Camorra, mafia russa e l’immancabile Cosa nostra, rappresentata dalla potente famiglia dei Cammareri, si dividono il potere turbandone l’ancestrale tranquillità. Un delinquentello qualunque da poco uscito di prigione, Francesco Spina, nel tentativo di scampare all’inseguimento di alcuni spietati gangster a cui ha pestato i piedi, prenderà il posto del maresciallo Luca Pappalardo, appena arrivato in paese per fare regnare la disciplina ma morto fortuitamente in una rissa da bar. Sarà lui a dover fare rispettare l’ordine, in un susseguirsi di colpi di scena degni dei migliori film di genere gangster

Questo non è il classico romanzo che si occupa di mafia. Eppure non si direbbe leggendo il titolo e osservando l’immagine in copertina. Quello che viene fuori da Maccheroni Connection di Roberto Mingoia è il malcontento che ladruncoli, mafiosi o semplici appartenenti a famiglie di questo tipo vanno esternando man mano che la narrazione va avanti. Il romanzo ci mostra a episodi le vite di più protagonisti che si alternano in un turbinio di avvenimenti, considerazioni e dialoghi che vanno a sottolineare il malcontento già accennato. Bravo lo scrittore a descrivere con una leggerezza tragicomica il contesto che soprattutto il piccolo paese di Ogghiularu è costretto a vivere. Le bellezze dell’isola siciliana vengono presentate quasi a voler rimarcare il fatto che questa non è una terra di mafia ma bensì una terra tenuta in ostaggio dalla mafia. Il punto cruciale, a mia avviso, arriva nel momento in cui uno dei protagonisti ha la possibilità di rifugiarsi in una vita fittizia che lo rende allo stesso tempo una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde fusi all’unisono con il caro Mattia Pascal. So bene che quest’ultima sfaccettatura sembra una contraddizione viste le caratteristiche dei tre ma per come l’autore ha descritto il personaggio in questione è possibile che chiunque legga questo libro arrivi alla mia stessa conclusione. È continuamente rimarcata la voglia di andare via, di scappare, da quel contesto mafioso che sembra non appartenere a nessuno e che nessuno vorrebbe più vivere, sostituendo tutto questo con una vita semplice e tranquilla. Insomma nessuno è contento, la maschera sociale è sempre presente sui volti dei personaggi che si mettono a nudo solo nel loro universo più intimo, mostrando se stessi agli altri solo con azioni o frasi sfuggenti. Un libro che mostra l’aforisma della vita che tutti noi molto probabilmente viviamo. Scontenti di tutto ma pronti a non far niente per cambiare questa routine quotidiana che ci sta stretta e opprime e frustra la nostra esistenza.

Punteggio:

Armando

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