Pier Paolo Pasolini – Io sono un uomo antico

Io sono un uomo antico,

che ha letto i classici,

che ha raccolto l’uva nella vigna,

che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi,

 tra i vecchi, fedeli nitriti, tra i santi belati;

che è poi vissuto in piccole città dalla stupenda forma impressa dalle età artigianali,

in cui anche un casolare o un muricciolo sono opere d’arte,

e bastano un fiumicello o una collina per dividere due stili e creare due mondi.

Non so quindi cosa farmene di un mondo unificato dal neocapitalismo,

 ossia da un internazionalismo creato, con la violenza,

dalla necessità della produzione e del consumo.

C’è poco da fare: Pier Paolo Pasolini rimane attuale in ogni tempo e in ogni luogo. Sono trascorsi più di quarant’anni da quanto il cineasta, poeta e scrittore italiano ci ha lasciati in maniera drammatica. Nonostante ciò, non è mai andato via, con buona pace di tutti i suoi detrattori, passati presenti e futuri. I pochi versi riportati sopra altro non mostrano i limiti di un essere, quello umano, limitato da tanti buoni propositi mai seguiti da quell’esempio che tanto bene avrebbe fatto alla nostra società. All’interno di questa poesia, Pasolini non racconta semplicemente i suoi tempi, fa molto di più: mette tutti noi davanti al banco degli imputati. La nostra società, fondata, e non credo sia blasfemo affermarlo, su nient’altro che apparenza, sembra comportarsi come un gambero. Con il passare dei decenni sembrano essere stati fatti molti passi indietro piuttosto che progressi reali. Ciò naturalmente non è riferito alle tecnologie, certamente, però, al nostro modo di approcciarsi con il prossimo. Pasolini cerca di smuovere le coscienze, mettendo l’italiano medio davanti a uno specchio atto a riflettere il vero, né mai accettato né mai espresso ad alta voce, modus operandi di una società che non sembra migliorare di pari passo con quel progresso tecnologico capace, per ora, di far comunicare l’umanità intera, ovunque essa si trovi, con un semplice clic. È possibile ripartire dalle considerazioni fatte dall’intellettuale italiano? Certamente sì ma… Lo si deve fare con l’esempio, mezzo fondamentale a oggi, purtroppo, latitante in ogni dove e in ogni luogo.

Armando

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