Pet Sematary – Stephen king

In una limpida giornata di fine estate, la famiglia Creed si trasferisce in un tranquillo sobborgo residenziale di una cittadina del Maine. Non lontano dalla loro casa, al centro di una radura, sorge Pet Sematary, il cimitero dei cuccioli, un luogo dove i ragazzi del circondario, secondo un’antica consuetudine, usano seppellire i propri animaletti. Ma ben presto la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti e dall’improvviso ridestarsi di forze oscure e malefiche

 

Una storia quella di “Pet Sematary” che alterna momenti di vita quotidiana a risvolti che fanno letteralmente accapponare la pelle. È uno di quei libri che rientra a pieno titolo in quel genere horror che oggigiorno è fin troppo sfruttato. Lo stile King non si discute: diretto, semplice, pieno di aforismi e a tratti composto anche da ilarità. Quest’ultima caratteristica capace di sviare leggermente il lettore che proprio in quei momenti della lettura si ritrova a sobbalzare dal divano causa scena successiva che senza preavviso riporta il testo al suo genere d’appartenenza. I personaggi sono curati quanto basta per capire chi si ha davanti, una cosa che in tutta sincerità io preferisco, perché permette al lettore d’immaginare e ricrearsi questi come meglio crede in base agli episodi. Pet Sematary è uno di quei romanzi che in momenti in cui non possiamo dedicarci al nostro prezioso libro, ci fa dire: “non vedo l’ora di continuare la lettura”. Quest’ultimo aspetto è reso possibile dalla maestria dell’autore nel non interrompere mai l’intreccio con l’inserimento di descrizioni troppo accurate o salti temporali all’interno del mondo dei protagonisti. Caratteristiche queste che in ogni caso King lascia intravedere dai dialoghi che permettono di seguire i loro percorsi di vita con una semplicità disarmante. È assolutamente un libro da leggere, privo di quella burocrazia letteraria, cosa che da sempre contraddistingue il suo lavoro, capace di coinvolgere il lettore dal primo all’ultimo rigo senza mai appesantire né annoiare.

Punteggio:

Armando

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