TV addio! Terza puntata: giochi a premi

Facciamo un piccolo passo indietro prima di approdare al decennio probabilmente più trash per la televisione italiana. Come ben sappiamo, i giochi a premi all’interno del palinsesto televisivo italiano occupa un posto d’onore soprattutto nella fascia pomeridiana. Era il lontano 1955 quando l’ormai leggendario Mike Bongiorno presentava questo nuovo modo di fare spettacolo che teneva sulle spine concorrenti e spettatori. È stato proprio uno dei programmi del famoso presentatore a destare l’attenzione del paese tutto. “Lascia o raddoppia”, e la sua storica cabina, è diventato a tutti gli effetti l’apripista per quanto riguarda questa tipologia di programma. In palio cifre capaci di far sognare piccoli e grandi, una risposta corretta segnava la linea di confine tra la gloria e il fallimento. Un’intuizione, questa del gioco a premio televisivo, che resiste ancora oggi espandendosi su tutti i canali e su tutte le piattaforme d’intrattenimento. Certo, il premio in palio fa gola un po’ a tutti. In quegli anni infatti un vero e proprio boom di richieste, per quanto riguarda la partecipazione a programmi di questo tipo, arrivò praticamente da ogni angolo della penisola. Si riscontra, oltre a quanto già detto, una volontà da parte dello spettatore di mettersi in gioco, un voler mostrare le proprie doti culturali all’interno di questa tipologia di programma. È da qui che il “semplice” spettatore diventa parte integrante del sistema televisivo, non più quindi un protagonista passivo portatore d’odiens ma divenuto soggetto attivo davanti alle telecamere.

Armando

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