TV addio! Quinta puntata: anni 2010

La nostra cavalcata è arrivata alla fine. Siamo sbarcati in questo ultimo decennio che, diciamocela tutta, non sembra aver lasciato nulla alla televisione italiana. La possibilità di scelta, grazie ai social network sempre più presenti nelle nostre vite, hanno dato sì il potere allo spettatore, quello di scegliere, giudicare e preferire un canale o un programma, ma con grosse lacune. Non è avvenuto un cambio generazionale forte. Qui come in qualsiasi altro settore dopotutto sembrano mancare idee, personaggi e quel buon uso del mezzo che in passato ha contraddistinto la programmazione televisiva. I reality e i talent show hanno preso una grossa fetta del mercato e le nuove tecnologie stanno, o e quello che sembra, allontanando i fruitori da gran parte delle produzioni italiane. NETFIX ha preso definitivamente il monopolio riguardante la serialità televisiva. Il web è diventato parte integrante di quel mezzo TV legato fino a poco tempo fa solo ed esclusivamente all’antenna marconiana e a quella parabolica. Questo piccolo schermo, neanche troppo piccolo adesso, è diventato un mezzo tecnologico capace di connettersi con il mondo intero. Alla luce di ciò sembra proprio che, come spesso accade, l’Italia sia rimasta un passo indietro per quanto riguarda le vere innovazioni di settore. La critica è riferita non di certo ai mezzi di comunicazione ma bensì a quelle programmazioni che lasciano il tempo che trovano all’interno del palinsesto televisivo. Probabilmente non è proprio un male essere legati al passato e la scorsa edizione di Sanremo lo ha dimostrato. Allo stesso tempo se non ci sarà una scossa a breve che fine farà il varietà italiano? Quando decidiamo di svecchiare questo settore e, visto che ci siamo, anche tutti gli altri campi che vedono come protagonisti personaggi che di certo hanno fatto la storia ma che dovrebbero defilarsi lasciando spazio alle nuove generazioni? Alla luce di ciò non posso che fare un’ultima considerazione. La televisione italiana di quest’ultimo decennio rispecchia appieno la nostra società. Una TV sorpassata, condotta e portata avanti dai soliti noti, cosa che preclude l’inserimento delle nuove generazioni costrette ad arrancare e temporeggiare ma….fino a quando? La verità è che l’Italia e il rinnovamento non vanno d’accordo in nessun settore e il piccolo schermo italiano sembra essere lo specchio più chiaro che riprende il disastro della nostra società.

Armando

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