Teoria sulla lettura terza puntata: Miglioramento della qualità della vita

Dopo quello che possiamo definire shock iniziale, vediamo la nuova situazione che si è venuta a creare in maniera ponderata. A mente fredda valutiamo le nuove idee create dal nostro amico libro. Possibile che non siamo mai stati in grado di accorgerci di tutto questo? Decidiamo quindi di sfruttare questa preziosa opportunità. Conoscere a fondo noi stessi ci permetterà di migliorare la nostra vita ma questo nuovo modo di vedere le cose porterà con se, almeno inizialmente, delle conseguenze, ci sarà un prezzo da pagare. Queste si manifesteranno al momento del confronto con quelle persone che non hanno avuto la nostra stessa fortuna. Questi ultimi prenderanno le distanze da noi, dalle nostre idee, dalle nostre nuove opinioni in quanto risulteranno troppo distanti da quelle della massa. Questo bivio sembra non riguardare solo ed esclusivamente la società del XXI secolo. Infatti un quadro generale di questo tipo sembra essersi riproposto, nel corso dei secoli, a coloro che hanno avuto l’ardire di gettare un’ombra sulle idee che la massa condivideva. Propongo in questa sede tre esempi che ci permettono di capire e dimostrano che le parole sopra riportate sembrano essere più che veritiere: Galileo Galilei, Giordano Bruno e Leonardo Da Vinci. Di tutti gli esempi che in questa sede avrei potuto proporre ho scelto tre illustri italiani che hanno permesso il miglioramento e l’evoluzione del pensiero umano grazie ai loro studi e alle loro intuizioni. Non voglio soffermarmi sul loro operato ma solo gettare uno sguardo sui punti che sembra accomunare i tre pensatori: la lettura e lo studio. Il distacco dal pensiero della massa e l’auto emarginazione dal contesto sociale in cui vivevano ha permesso loro d’iniziare una vera e propria rivoluzione. Rivoluzione non solo scientifica ma anche, e soprattutto, sociale. Le conseguenze non tardarono ad arrivare: i tre pagarono il prezzo del disprezzo da parte delle istituzioni e di gran parte della società venendo emarginati. Subirono un trattamento simile nonostante portassero avanti i loro studi per il bene e il miglioramento dello stile di vita dell’intera umanità. Ho posto alla vostra attenzione dei casi limite, non si vuole invitare nessuno ad auto emarginarsi, al contrario: prendere coscienza di noi stessi deve diventare un input di confronto con altri individui. Non chiudiamoci nel nostro mondo ma condividiamo i nostri pensieri, solo così potremmo contribuire attivamente al miglioramento della società. Si invita a valutare il miglior modo per trarre vantaggio da questa nuova consapevolezza non di evitare chi non la pensa come noi. Cerchiamo d’avere un confronto con tutti e non fissiamoci troppo sulle nostre buone ragioni, non dimentichiamoci che la vita è fatta di opinioni diverse. Ricordiamoci che quando parliamo stiamo solo ripetendo quello che già sappiamo, è solo ascoltando che avremo la possibilità d’imparare qualcosa di nuovo. Non dimentichiamoci dei nostri difetti caratteriali e della possibilità che questa nuova dimensione, questa nuova coscienza di noi, potrebbe rivoltarcisi contro. Si, avete capito bene, se usata male potrebbe diventare un’arma a doppio taglio. Questa rischia di far schizzare il nostro ego alle stelle, facendoci arrivare a considerare tutto e tutti inferiori a noi, i soli portatori di una verità trascendentale. Serve un miglioramento sociale, quello individuale rimarrà fine a se stesso. Se ci poniamo degli obiettivi collettivi possiamo migliorare il nostro stile di vita, quello della società e forse potremmo sentirci anche appagati e orgogliosi del nostro operato. Armando

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