Teoria sulla lettura settima puntata: Più coscienza di se = Più sicurezza nei rapporti sociali

L’affermazione riportata sopra è una dimensione che prenderà vita solo in un secondo momento. Sarà lo step successivo al risveglio dell’inconscio e a quello del primo confronto tra le nostre nuove idee e considerazioni e il mondo esterno. Infatti, la sicurezza che acquisiremo dovrà necessariamente passare da un periodo, da un lasso di tempo che sarà diverso da persona a persona, d’insicurezza. Questa sensazione svanirà nel momento in cui saranno chiare le nuove considerazioni, i nuovi pensieri che l’amico libro ci aiuterà a formulare per batterla definitivamente. Per far questo abbiamo bisogno di due cose: la prima, continuare a leggere e studiare apprendendo le nozioni che i testi ci forniranno, cosa che ci permetterà di approfondire la conoscenza di noi stessi. Secondo, non estraniarsi dal mondo esterno ma aprire bene occhi e orecchie verso le opinioni che i nostri interlocutori hanno ascoltando con maggiore attenzione le eventuali critiche nei nostri confronti o su un dato argomento. Così facendo avremo la possibilità d’intavolare un confronto costruttivo che ci permette di valutare opinioni diverse dalle nostre e di far valere quelle da noi acquisite. In questo modo avremo la possibilità di far maturare quella sicurezza ancora acerba, non ben definita. Questo step permetterà non solo di esprimere il nostro punto di vista ma da la possibilità di mostrare la nostra vera essenza abbandonando definitivamente la maschera sociale. Non si verranno a creare, così facendo, battibecchi inutili ma affronteremo le conversazioni che ci si presenteranno a viso aperto e con la consapevolezza d’incontrare pareri diversi dai nostri. Man mano che intavoleremo discorsi di questo tipo permetteremo ai nostri interlocutori di ascoltare e capire le nostre nuove idee e i modi di fare. Mostrare la nuova sicurezza acquisita su un argomento che conosciamo amplifica, o dovrebbe, l’attenzione di chi ascolta. Questo non vuol dire che il nostro pensiero sia l’unico e il solo portatore di verità. Sarà un mezzo di arricchimento nostro e per il nostro interlocutore durante il confronto. Una maggiore coscienza di se, e conseguentemente di sicurezza, dovrebbe portarci a maturare una maggiore umiltà nei confronti di chi ci ascolta. Non bisogna dare per scontata l’attenzione che ci viene riservata da un altro individuo. Non facciamoci prendere dalla megalomania del “so tutto io”. Questa, purtroppo, è una condizione in cui si rischia di cadere, quello che un’eccessiva sicurezza, trasformata in questo caso in onnipotenza, può arrivare a creare. Non limitiamoci quindi al solo parlare ma permettiamo a chi ci ha ascoltato (o chi lo farà) di esprimere il suo pensiero senza giudicarlo a priori. La vera maturazione della sicurezza passa da due punti: ascolto e comprensione. Limitarsi a esprimere il proprio pensiero cercando d’imporlo come unico portatore di verità non riflette la maturazione della sicurezza anzi ci dimostra di essere ancora lontani da quel traguardo. Quando arriveremo a concepire questo ci troveremo sulla strada giusta. Una strada che ci permetterà di mostrare a terzi in che modo vediamo e viviamo il mondo.

Armando

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