Teoria sulla lettura sesta puntata: Lo scarso avvicinamento alla lettura è il riflesso della nostra società

È questo il tallone d’Achille, il vero grande problema, della nostra società. Se non leggiamo non pensiamo, se non pensiamo non impariamo a conoscerci, non prendiamo quindi una posizione e di conseguenza…disastro! L’avvento delle nuove tecnologie unita all’imposizione di testi senza dare una scelta personale al ragazzo hanno contribuito allo svuotamento di biblioteche e librerie. Inoltre c’è un terzo fattore di non poco conto da prendere in considerazione: i bambini e i giovani adolescenti sembrano possedere un legame quasi innato con il mondo della lettura dimostrato dal loro avvicinamento al fumetto. Letture queste divertenti, avvincenti e, in molti casi, anche portatori di messaggi importanti capaci di stimolare il loro pensiero. Possiamo considerare questa fase il punto zero della maturazione della soggettività di un giovane, quel punto che dovrebbe traghettarlo in libreria alla ricerca dello step successivo. Accade però che questo step venga troncato sul nascere. Di questa scelta personale dei ragazzi, mi riferisco al fumetto, delle loro opinioni su queste letture indipendenti quanti genitori, maestri e professori si sono interessati interrogando, lasciando esprimere il loro punto di vista chiedendo ai ragazzi una loro interpretazione di quella lettura? Perché ci si limita a considerare infantili, e quindi puro mezzo di svago, quelle letture che il ragazzo ha scelto indipendentemente? Perché continuiamo a non fidarci di loro? La falla, a mio avviso, sta nel sistema istituzionale, quel sistema scolastico che invece di tutelare il bene più prezioso a disposizione di una nazione tenta di standardizzarlo, forse perché più gestibile in futuro. Una volta che il bambino/ragazzo capisce che su quell’argomento non verrà ascoltato, e di conseguenza compreso, in merito alle sue passioni letterarie, inizierà gradualmente a perdere contatto, e quindi interesse, verso il mondo della lettura. Mondo che si è scelto in completa autonomia e che considera ora, in maniera coscienziosa oppure no, come un qualcosa di negativo. Dopo aver incassato questa delusione il ragazzo si limiterà a eseguire gli “ordini” del sistema scolastico. Almeno così facendo si ritroverà persone pronte ad ascoltare quelle cantilene meccaniche venendo appagato da quel “bravo” che dal mio punto di vista sa un po’ di truffa. C’è un disperato bisogno di cambiare passo, di dare la possibilità ai giovani di esercitare i loro diritti: il diritto di pensiero e quello di cultura. È proprio dal sistema scolastico che dobbiamo ripartire. C’è bisogno di favorire la lettura autonoma, renderla e considerarla necessaria per il bene di tutti. Una stretta collaborazione tra sistema scolastico e biblioteca pubblica aprirebbe le porte a un nuovo modo di vedere e di fare scuola. Questa diventerà così non solo la sede degli obblighi ma anche il luogo della comprensione e del libero pensiero. Questa è la strada da percorrere, è inutile anno dopo anno assistere alle solite lamentele su quanto poco si legga tra i giovani in Italia. Se questa attività sarà vista solo come un obbligo la situazione rimarrà la medesima nei secoli dei secoli. Leggere è libertà! Cambiamo questa concezione delle cose iniziando a usare queste tre semplici parole e la situazione migliorerà in breve tempo.

Armando

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