Teoria sulla lettura ottava puntata: Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Già in tempi non sospetti il signor Robert Louis Stevenson traccia le basi di quella che io ho definito maschera sociale spingendosi oltre. Il suo romanzo, “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”, risulta a oggi, nonostante sia trascorso più di un secolo dalla sua prima pubblicazione, quanto mai attuale. Attuale e importante soprattutto per la tesi che in questa sede si cerca di confutare. Chi ha letto il romanzo ha appreso, chi non lo ha ancora fatto conosce a grandi linee, la storia del dottor Henry Jekyll, della sua scoperta arrivata durante la conduzione dei suoi studi sulla psiche umana che lo portano alla conclusione che “l’uomo non è in verità uno ma bensì due”, pensiero questo in linea con la mia tesi. La grande differenza tra questa e quella del dottor Jekyll, e quindi di Stevenson, sta nelle due differenti versioni dell’epilogo. Per Stevenson quel risveglio dell’inconscio porta l’essere umano a una sorta di pazzia avendo denaturato il suo aspetto primordiale. Per me questo stesso aspetto porta a un miglioramento che prenderà forma grazie al lavoro che svolgeremo su noi stessi per mezzo della lettura. Quello che sembra mancare in questo romanzo e nella teoria che esso contiene è proprio il mezzo giusto che permette alla coscienza di emergere positivamente e di poter, di conseguenza, maturare con il tempo. Infatti si deve tener conto che un mezzo sbagliato potrebbe portare a un risultato negativo di questo processo (es. l’influenza dei media). Sappiamo benissimo di non avere una guida che ci indichi la strada giusta da seguire ma sta a noi, al nostro buon senso, individuarla e seguirla. Il miscuglio di alcuni ingredienti, quasi a caso, che hanno permesso al signor Hyde di emergere, dimostra che affrontare questa sfida senza un criterio ponderato possa sì risvegliare qualcosa ma in maniera tutt’altro che positiva. Non dobbiamo mai smettere di ricercare, studiare e confrontarci, una buona coscienza del mondo che ci circonda è necessaria per uno sviluppo positivo del processo. Iniziando il processo che vi propongo il paragone con il caso del dottor Jekyll e il signor Hyde è possibile che si manifesti spontaneamente. Non c’è da aver paura, se teniamo ben saldo il pallino del gioco nelle nostre mani tutto andrà per il verso giusto. La nostra seconda identità, per dirla alla Stevenson, non ha avuto la possibilità di crescere e di conseguenza di maturare. Possiamo considerarla come un bambino da istruire ed educare, compito non facile ma di certo non impossibile. Leggendo apriremo un canale di comunicazione con quella parte nascosta assopita iniziando il processo d’istruzione e in più impareremo a interpretare la realtà che ci circonda nutrendo nel miglior modo possibile quel bambino.

Armando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.