Stephen King – Torno a prenderti

Emily si è rifugiata in un disabitato luogo di villeggiatura. Un giorno mentre fa jogging lancia uno sguardo incauto al bagagliaio dell’auto del vicino… e si risveglia saldamente legata nella cucina di lui, in procinto di essere torturata e fatta a pezzi come la vittima che aveva casualmente adocchiato. Immobilizzata e indifesa, senza nessuno che possa sentirla nel raggio di chilometri, Emily tenta disperatamente di escogitare un piano prima che il mostro torni a prenderla.

Non è il solito Stephen King quello che si legge in questo romanzo. Forse considerarlo tale non è esatto. Torno a prenderti è più un racconto che un romanzo vero e proprio. Quello che si nota, sin dalle prime pagine, è la mancanza di quei particolari che da sempre contraddistinguono il lavoro dello scrittore americano. Dal mio punto di vista, credo che questo testo sia stato scritto di getto, un’idea arrivata all’improvviso e messa nero su bianco nel giro di poco tempo. Sembra mancare quelle parte che King dedica ai suoi romanzi, ovvero quel lavoro di revisione, ampliamento e, se vogliamo definirlo così, di coccole verso il suo lavoro. Torno a prenderti è una storia che lo scrittore voleva raccontare, una vicenda da proporre al suo pubblico, di certo forte, visti i suoi contenuti. Quello che manca a questo scritto è la suspense, da sempre presente nei lavori dello Zio. Si legge bene, scritto come sempre con maestria, incapace però di coinvolgere il lettore che, c’è da dirlo, da lui si aspetta sempre lavori curati nel minimo dettaglio. Un romanzo/racconto non di certo da buttare via ma, allo stesso tempo, non in grado di lasciare emozioni a lungo termine.

Punteggio:

Armando

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