Stephen King – Quattro dopo mezzanotte vol. 1

Passata la mezzanotte qualcosa succede al tempo: si piega, si allunga, si assottiglia, torna indietro o si spezza… e talvolta la realtà subisce le stesse distorsioni. E che cosa mai accade all’osservatore sbigottito quando la finestra che separa le realtà dall’irrealtà s’infrange e le schegge di vetro schizzano ovunque tutt’intorno? Seguendo il ritmico, inesorabile ticchettio dell’orologio, King presenta quattro incubi

Stephen King ha sempre dimostrato ai suoi lettori di essere un vero scrittore. Ciò è rappresentato dalla sua enorme produzione letteraria, fatta di romanzi e tanti racconti. Quattro dopo mezzanotte, a mio modo di vedere, rappresenta una sorta di esperimento letterario, che definisco palestra letteraria, dedicato, come si può apprendere da titolo, a quell’ora della notte conosciuta come L’ora delle streghe. In questa raccolta di racconti, lo scrittore statunitense spazia tra l’inquietudine delle sue classiche trame horror, a una sorta di esperimento che riguarda direttamente la vita quotidiana. Certamente, per chi segue King, quest’ultimo punto non è una novità: da sempre, quello che viene affettuosamente chiamato lo zio dai suoi fans, ha inserito momenti di “quotidiana follia” all’interno delle sue produzioni. Forse, questa raccolta non è la migliore: un po’ lenta e con dei riferimenti a romanzi entrati di diritto nei migliori mai prodotti dallo scrittore, come Cujo, che nulla hanno a che vedere con la produzione a cui sembrano ispirarsi. Attenzione: non sto dicendo che è una raccolta da buttare via, assolutamente. Quattro dopo mezzanotte dimostra, una volta ancora, come Stephen King sia uno scrittore sempre pronto a mettersi in gioco, a confrontarsi prima con sé stesso e poi con i suoi lettori anche su produzioni che, come questa, sembrano una sorta di sperimentazione per nuove creazioni che hanno bisogno, diciamo così, di un Training letterario.

Punteggio:

Armando

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