A Castle Rock, una sonnolenta cittadina del Maine, la vita scorre sui soliti binari. Cujo, il docile San Bernardo del meccanico, scorrazza libero per la campagna, finché una notte il suo padroncino, aprendo la porta del ripostiglio, non vede emergere dalle tenebre due occhi infuocati. Chi è la creatura diabolica che da quel momento comincia a seminare ovunque terrore e desolazione? È forse Cujo che, diventato idrofobo, si è trasformato nell’incarnazione stessa del male?
È riduttivo parlare di questo romanzo rapportandoci alla sola presenza di Cujo. Lo sfortunato San Bennardo altro non è che un coprotagonista della vicenda, condita da situazioni certamente a lui vicine ma estranee al dramma vissuto, inconsapevole o meno, dallo stesso. A differenza degli attori umani di questo lavoro, Cujo ha la sfortuna di imbattersi in una malattia, la rabbia, devastante per la psiche dell’animale. Al contrario, chi non è certamente colpito da nessuna malattia è l’essere umano. Gli episodi proposti dallo scrittore americano parlano chiaro: l’uomo è cattivo per natura, prende cattive decisioni per negligenza o noia, si comporta in maniera autoritaria o troppo remissiva, regalando al pianeta fatti e situazioni da sempre taciuti in società. È un insegnamento importante quello proposto da Stephen King. Cujo è un romanzo probabilmente troppo classificato in un filone horror che non lo rappresenta a pieno. C’è tutto al suo interno, compresa una valutazione a tutto tondo dell’operato intimo e lavorativo di un essere umano messo a nudo. Paure, perversioni, cattiveria, sono questi i veri protagonisti della vicenda. Il povero Cujo, invece, altro non è che un malato impossibilitato nell’esprimere la sua vera natura, diametralmente opposta da quel mostro visto in azione nel corso della narrazione. È un ennesimo lavoro del Re descritto e proposto al pubblico, dall’editoria, superficialmente. Al suo interno si trovano molti più tempi di riflessione sulla vita dell’essere umano che terrore puro per un animale incompreso e mal curato.
Punteggio:
Armando