Un giallo di tipo classico che si divora letteralmente. Incalzante. Con innumerevoli colpi di scena. Carico di azione, patos e intuizioni geniali. A questo proposito, al centro delle vicende investigative si trova una bambina e un prezioso disegno. Le chele del crostaceo sembra possano bloccare tutti i personaggi, rendendoli inerti e impotenti difronte alla dinamica sorprendente degli eventi.
La copertina di un libro è, certamente, quella che possiamo considerare il marchio di fabbrica del testo in esso contenuto. Vista la semplicità dell’immagine, riferita al romanzo che quest’oggi vado a recensire, molti lettori potrebbero essere ingannati dalla prima impressione. Se posso, nel mio piccolo, darvi un consiglio riguardante questo aspetto, andate oltre. All’interno de Il granchio sono contenuti tanti temi e spunti per riflettere, e non solo sul caso che rappresenta il fulcro della narrazione ma sulla vita tutta. È una storia avvincente, quella proposta da Simone Mazzei. Grazie a uno stile di scrittura pulito, questo romanzo vola via in pochissimo tempo. Una volta richiuso questo testo, il lettore si ritroverà a riflettere sui punti cruciali che riguardano la nostra società e la sua stessa vita di individuo. Prima tra tutti quel senso di giustizia che, in molti casi purtroppo, come riportato spesso dalle cronache nazionali, vacilla nell’animo del cittadino medio. Visto sotto un altro punto di vista, questo romanzo sembra percorrere due strade ben definite. La prima presenta una storia da vivere tutta d’un fiato, l’altra, invece, sembra voler intavolare con il lettore stesso una sorta di discussione che vede al centro la realtà da noi tutti vissuta. In definitiva, Il granchio è un testo alla portata di tutti i lettori, di tutte le età, capace di catturare l’attenzione non solo verso i fatti narrati ma di gettare uno sguardo oltre, laddove l’occhio, fin troppo spesso, sembra essere cieco.
Punteggio:
Armando