Shirley Jackson – L’incubo Di Hill House

Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice – e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l’esperimento paranormale in cui l’ha coinvolta l’inquietante professor Montague. È la Casa – con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole – a scegliere, per sempre, Eleanor Vance

Se amate le sfide, i libri con una sfumatura completamente diversa da quella cui siamo abituati a leggere, Shirley Jackson è la persona giusta. È lei la scrittrice capace di accompagnare il lettore in un viaggio del tutto inaspettato, inatteso. Molto spesso etichettato, commettendo un errore madornale di valutazione, come romanzo horror o come “una storia di fantasmi”, L’incubo di Hill house non è nulla di tutto questo. Credo non sia possibile inserire questo testo all’interno di un genere definito. È un qualcosa di unico, così introverso da far provare al lettore emozioni diverse e contrastanti durante l’andamento della storia. Far ruotare l’intera vicenda su questa casa, così strana e folle, la rende, Hill House stessa, la vera e unica protagonista. Coloro che si avvicinano alle sue mura, al presente tanto quanto nei racconti del passato, non sono altro che mere comparse, uomini e donne che si sono ritrovati fare i conti con qualcosa di sconosciuto. La Jackson è riuscita a conferire un’anima a una struttura senza mai farla parlare. Sono gli ospiti, infatti, a descriverla nel miglior (o peggior) modo possibile. Non sono d’accordo con i pareri negativi letti a riguardo di questo romanzo. Se lo etichettiamo, ripeto sbagliando, con un qualcosa che non è, non possiamo valutare al meglio il romanzo stesso. L’incubo di Hill House è un qualcosa a sé, introverso su molti punti, praticamente su tutto aggiungerei. È un romanzo che non ha nulla a che fare con l’horror così come lo consociamo. Il lettore è invitato a entrare in casa, assaporare tutte le emozioni che questo contatto comporta. Così facendo diventerà esso stesso un protagonista attivo della vicenda.

Punteggio:

Armando

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