Serie TV – Fringe

Gli agenti dell’FBI Olivia Dunham e Peter Bishop si trovano di fronte alla rapida diffusione di un fenomeno naturale apparentemente inspiegabile e pericoloso. Nel tentativo di fermare il contagio, con l’appoggio anche dell’agente Phillip Broyles, i due tentano di ottenere l’aiuto del dottor Walter Bishop, padre di Peter, un genio della scienza rinchiuso da molti anni in un istituto d’igiene mentale

È una serie datata, questo lo so. Con questa mia recensione sulla serie televisiva Fringe, andata in onda dal 2008 al 2013, voglio mostrarvi come le buone idee devono essere coltivate e riprese se necessario. Fringe, infatti, non fa altro che riprendere quel filone legato al paranormale e all’extraterrestre inseriti in un contesto poliziesco già visti nei decenni passati e che, ancora oggi, tiene banco un po’ in tutto il mondo. Caratteri e alcuni episodi potrebbero addirittura risultare molto simili e quelle produzioni di grande ispirazione per J.J. Abrams e soci, come X-files e Ai confini della realtà (serie televisive che vi invito caldamente a vedere). Una serie, Fringe, che, per contenuti e parvenze di rivisitazioni, è stata anche criticata per queste scelte di produzione che, in apparenza, non dava nulla di nuovo a un filone ampiamente sfruttato in passato. Certo, probabilmente se fosse stato un altro regista, e non quel J.J. Abrams che con la sua serie TV Lost è stato definitivamente consacrato negli Stati Uniti d’America e non solo, a osare proponendo una sceneggiatura simile sarebbe stata bocciata quasi certamente. Questo mio ultimo pensiero nasce dall’andamento di questo mondo dedicato all’intrattenimento ma che molto spesso si ripropone anche in altri contesti. La sua presenza, quella di J.J. Abrams, ha aperto le porte a Fringe, cosa che ha consentito al pubblico di beneficiare di un ottimo prodotto audiovisivo ma…che ne sarebbe stata della stessa serie se proposta da un “novellino” con un’ottima idea in mano? A voi i commenti.

Punteggio:

Armando

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