Rapporto Italia – Letteratura dell’orrore

Nonostante nel nostro paese ci siano tanti, tantissimi, lettori che amano questo genere, gli addetti ai lavori sembrano non tenere conto di questo dato. Probabilmente non è un problema che riguarda solo e soltanto l’autore. Il problema, a mio modo di vedere, sembra arrivare dall’alto. Case editrici e mercato editoriale sembrano non prediligere questo genere. Più volte mi sono chiesto come questo fenomeno sia possibile. Da autore emergente mi sono reso conto di un aspetto su tutti. Il “semplice” inserimento di figure mostruose in un contesto in cui queste non hanno storicamente voce in capitolo può cambiare completamente il punto di vista su quel dato periodo. È una considerazione che deve essere necessariamente puntualizzata. Perché non raccontare quindi fatti, personaggi e periodi storici del nostro paese in una chiave diversa? Fin troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni, mi accorgo di come un tema su tutti sembra essere in caposaldo non solo della letteratura nazionale ma anche della TV, la mafia. Certo, è un argomento di cui dobbiamo parlare con continuità in modo da sconfiggere questo cancro che da troppo tempo sembra tenere in scacco tutti noi. Quello che non capisco è il continuo esasperare l’argomento. Tra libri e serie TV il tema è diventato il protagonista di tutto, in negativo aggiungerei. Le biografie, seppur fantasiose, di personaggi legati a questo mondo rischiano di mostrare agli occhi dei lettori/spettatori un messaggio che può essere facilmente frainteso. Si potrebbe persino arrivare a idolatrare questi personaggi, invitando indirettamente i più piccoli a legarsi in futuro a un mondo che viene mostrato in una chiave secondo me sbagliata. Certo è che il tema vende, vende pure troppo. Come in qualsiasi altro campo il denaro è il fattore trainante. Probabilmente il mercato editoriale preferisce puntare su un cavallo dove non bisogna fare granché per condurlo al traguardo come vincitore. Sembra quasi che agli addetti ai lavori “puzzi”, passatemi il termine, quel lavoro che sembra mancare in quanto l’argomento riesce ad autogestirsi. Questo penalizza tutti quegli autori che dedicano il loro tempo, la loro passione e i loro sogni a un genere tenuto in disparte. Messo da parte quindi da una nazione, per quanto riguarda gli addetti ai lavori, che sembra non curarsene minimamente. I lettori, vista la scarsa pubblicità che si riserva al genere horror, sono costretti a effettuare ricerche da se per poter trovare un titolo adatto. Per assurdo il self pubblishing, tanto demonizzato dalle case editrici, è quel mezzo che permette agli autori del genere di poter proporre i loro lavori scartati con troppa superficialità dai “professionisti” dell’editoria. Anche in questo caso un cambio di rotta radicale, un tornare al lavoro da parte del mercato editoriale, è necessario se si vuole cambiare l’impronta al paese. L’Italia che non solo ha i mezzi, autori pronti a mostrare le proprie potenzialità, ma ha anche un popolo di lettori pronti ad accogliere un genere che oggi è costretto a esportare.

Armando

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