Questioni di tempo: la serie TV Dark

Alla questione legata agli Universi Paralleli, naturalmente, il cinema e la televisione hanno dato tante chiavi di lettura diverse. Da quando questa teoria è stata posta all’attenzione della società, la fantasia di scrittori, registi e sceneggiatori non si è fatta attendere. In questa sede voglio proporre una delle serie, almeno per quanto mi riguarda, meglio riuscite degli ultimi anni. Dark, la serie televisiva tedesca, andata in onda dal 2017 al 2020, è stata in grado di raccontare, probabilmente, nel modo migliore, rispetto a quanto fatto in precedenza, non solo i viaggi tra passato, presente e futuro ma, appunto, quelli svolti in universi diversi dal nostro. Per la sua complessità, Dark non è una serie televisiva come tutte le altre: per poter seguire le vite, le storie e le peripezie dei tanti personaggi serve una attenzione particolare. Quello che trapela forte e chiaro è il legame che tutte le dimensioni hanno tra loro. Tutte sono influenzabili e possono influenzare le altre, andando a creare, a quanto afferma la serie, in un primo momento un caos necessario, per poi poter ripristinare, anche se con modalità diverse da quelle previste, una stabilità nei vari universi. Quella che sembra essere la morale di questo lavoro è la possibilità che ognuno di noi possa essere in grado di andare a influenzare e creare caos non solo a livello planetario ma anche oltre.

Se credi di essere uno dei tanti, figliolo, ti sbagli di grosso!

È questo, a mio modo di vedere, il messaggio che la serie cerca di trasmettere allo spettatore. Come ricorderete, la settimana scorsa vi ho illustrato la situazione riferita all’individualità (chi non avesse letto l’articolo eccolo). Ne ho parlato, certamente, facendo riferimento alla questione universi paralleli, una eventualità ipotetica al momento, ma che va sancire un taglio netto con l’unicità dell’individuo, visto che ci sono, a detta della teoria, miliardi di altri individui che rispondono al nostro nome e alle nostre caratteristiche. Dark va a sottolineare, certamente, questo aspetto ma sembra voler rimarcare, sotto un punto di vista decisionale, l’unicità di ognuno di noi. Detta in parole povere:

Ognuno di noi è in grado di causare il caos nel nostro e negli altri universi, in base alle decisioni e agli imprevisti che la vita ci pone innanzi

Quest’ultima affermazione sembra calzare a pennello alla figura di Michael Kahnwald, meglio conosciuto nella serie come Michael Nielsen, arrivato in maniera del tutto fortuita in un passato bel lontano dalla sua vita precedente. È lui la chiave di volta di tutta la serie. Senza il suo sfortunato caso niente di quanto andato in scesa sarebbe accaduto. Tutti noi potremmo essere il piccolo Michael. Cosa significa tutto questo? La serie, in maniera indiretta, cerca di dimostrare a ognuno di noi il valore della nostra esistenza. Un messaggio velato che, però, ha un impatto fortissimo soprattutto su tutti coloro che non si sentono poi così importanti in una società, e l’ho ripetuto in altre sedi questo concetto, che corre troppo, senza dare spazio alle idee individuali così importanti per il nostro presente e il nostro futuro.

Armando

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