È possibile definire il tempo come un qualcosa, una sensazione, percepita dall’essere umano?
Da come la scienza ci descrive il tempo ci sono buone possibilità che sia così. In ogni dove; in ogni epoca; in ogni cultura, così come abbiamo visto all’interno dell’articolo della settimana scorsa, il tempo sembra essere percepito nel medesimo modo dall’essere umano. Queste considerazioni sono in netto contrasto con quanto, appunto, sempre percepito per quanto riguarda il tempo stesso. Se il tempo non è un qualcosa di tangibile, di vero per dirla in altre parole, ma nient’altro che un bisogno dell’essere umano, tutto quello creato dalla nostra società, passata, presente e, probabilmente, anche quella futura, si basano su una conduzione di vita del tutto artificiale. Anche solo provare a pensare a una vita senza il tempo, scandito così come lo conosciamo, ci risulta di difficile comprensione. Questo primo quadro apre alla possibilità che il tempo sia un qualcosa d’innato, presente nell’essere umano sin dalla sua nascita, con cui ha avuto sempre a che fare. Siamo davvero certi che sia così? A questo punto una nuova domanda si affaccia alla finestra dei dubbi e delle incertezze create da questo nuovo modo di vedere il tempo stesso:
La percezione del tempo è cosciente o incosciente?
Sembra una domanda che può avere più risposte così come può esserne completamente priva. Eppure, se guardiamo “indietro nel tempo”, non troppo indietro, basta ritornare ai nostri primi anni qui sulla terra, la risposta sembra essere semplice, addirittura scontata da dare. Basta focalizzare l’attenzione sul comportamento dei neonati per poter rispondere con una buona dose di certezza a un quesito che, se affrontato senza le nozioni giuste, risulta ancora oggi di difficile comprensione. I neonati, come ben sanno tutti coloro che sono genitori, non hanno alcuna cognizione del tempo così come lo conoscono gli adulti. Mangiano, dormono, giocano e piangono quando meglio gli aggrada. È facile dedurre da questo esempio, da questo passaggio di vita che ognuno di noi ha compiuto, che il tempo è un qualcosa di cosciente, artificiale come potrebbe essere un albero fatto di plastica. Impariamo, una volta entrati in società, cosa è davvero il tempo così come organizzato dall’essere umano. Non ne abbiamo alcun sentore, alcuna necessità, altrimenti anche i neonati ne sarebbero coscienti sin dai primi istanti di vita. Alla luce di questo esempio credo di poter affermare che il tempo sia effettivamente un qualcosa di falso, di artificiale, creato per poter organizzare la vita stessa qui sul pianeta terra. E voi cosa ne pensate?
Armando