Questione di tempi: Charlie Chaplin – l’infanzia

Come spesso accade, in qualsiasi continente e in qualsiasi epoca storica, il genio arriva da quei bassifondi che sembrano inghiottire tutto e tutti come se altro non fosse che un buco nero. Per Charlie Chaplin, un vero e proprio genio del cinema del primo novecento, la vita non è stata di certo una passeggiata. Questo lo ha scoperto a sue spese sin in tenera età quanto, in compagnia della mamma e del fratello, cercava di racimolare cibo a sufficienza per poter affrontare il giorno seguente. Erano tempi duri in quella Londra di fine ottocento, dove le classi sociali erano ancora divise in maniera netta e la povertà, cosa che purtroppo accade ancora oggi in questi Tempi moderni, era un prezzo da pagare, troppo spesso, con la vita. Come se questo non bastasse, i problemi di salute della madre del giovane Charlie divennero, con il passare del tempo, sempre più insistenti. Hannah Harriet Pedlingham Hill, conosciuta anche come Lily Harley, era un’attrice e cantante di discreto successo. L’aggravarsi della malattia, indicata con la sifilide, costringe la stessa a ritirarsi dalle scene, innescando quella scintilla di difficoltà che ha trascinato con sé i due figli maschi. Nonostante i grossi problemi di vita, i piccoli Chaplin non si diedero per vinto. Trasferiti in collegio, al Central London District School, una scuola per bambini indigenti, ricercano la serenità lontano da quell’affetto materno insostituibile. È il punto di congiunzione che avvicina Edgar Allan Poe e Charlie Chaplin. I due hanno dovuto fare i conti con una assenza pesante, rimarcata dalla mancanza di quella figura maschile mai al loro fianco. Il papà di Chaplin, Charles Chaplin Senior, un attore di buon successo, divorziò, in maniera non ufficiale, dalla madre del piccolo pochi anni dopo la sua nascita, nel 1891, senza prendersi cura della prole. La prima differenza tra lo scrittore e colui che diventerà da adulto una vera e propria leggenda del cinema muto, sta proprio nella visione dell’arte. Mentre a dar forza a Poe, come abbiamo visto in precedenza, sono le storie dell’orrore e la poesia, per Charlie il mondo è fatto di risate e scenette buffe. È quello che molto spesso accade a coloro che hanno vissuto una vita difficile. Cercare di strappare un sorriso al prossimo non è solo un’arte, un mestiere difficile da svolgere, ma rispecchia la volontà di colui che si protrae per fare ciò, in modo da rendere, almeno per un momento, più lieve il percorso di una vita che di certo facile non è. Lo farà per tutto il corso della sua carriera, quasi fosse la sua missione su questo pianeta. Da quello che abbiamo visto, il piccolo Charles è riuscito egregiamente a portare a termine i suoi ideali, riuscendo a strappare una risata senza nemmeno aprire bocca.

Armando

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