Un decennio che possiamo definire in una solo parola, Boom!, per quanto riguarda quei fisici statuari forgiati nelle strutture ribattezzate palestre. Se si getta uno sguardo alle produzioni cinematografiche e televisive degli anni 90’ non si può non ritrovare il “bodybuilding style” sui corpi di attori protagonisti e non. Sono fisici che rispecchiano, o e quello che sembra, i decenni passati dove l’armonia delle forme è rimarcata e puntualizzata da quella definizione capace di mettere in risalto un fisico possente. Grande definizione e grosse forme di certo, e qui lo ribadisco per l’ennesima volta, non sono esenti da quell’aiutino che sembra aver coinvolto un numero sempre maggiore di individui, come abbiamo visto all’interno dell’articolo della settimana scorsa. A farne le spese anche mezzi come cinema e televisione capaci d’influenzare, anche in negativo, tutti gli spettatori, molti dei quali, deboli a certe immagini. Mezzi audiovisivi che oggi, ma probabilmente anche in un passato neanche tanto lontano, si è avvalso di un modus operandi simile prestando attenzione a canoni diversi, prediligendo questa tipologia di personaggi a discapito della bravura di recitazione in nome di quella apparenza che inganna sempre più chi usufruisce del mezzo. Per quanto riguarda il bodybuilding da palco qui le cose iniziano a cambiare drasticamente. Grossi, sempre più grossi da allontanarsi quasi da quelle forme umane diventando oggi, in quest’ultimo decennio del XX secolo, veri e propri mostri. Più che essere degli esempi da seguire, aspirando magari a quegli stessi risultati, adesso i bodybuilder professionisti vengono visti dal basso verso l’alto quasi fossero figure mitologiche entrate di diritto nell’immaginario collettivo. Non è tutto negativo questo decennio. Gli studi sulla corretta alimentazione aprono la strada a quelle buone abitudini alimentari che aiutano, e non poco, tutti coloro che vogliono avvicinarsi a uno stile di vita salutare, fatto di sport e di disciplina coscienti, nonostante tutto, di non poter con questi soli mezzi “competere” con quei veri e propri mostri che mettono piede sui palchi di tutto il mondo incutendo, sul finire del secolo, forse più timore che ammirazione.
Armando