E. A. Poe – Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore. Ediz. Integrale

“Non c’è racconto degno di questo nome se dalla prima parola non suscita l’interesse del lettore che deve giungere all’ultima riga per comprendere la soluzione finale”, scriveva Baudelaire. Tutte le opere di Poe presenti in questa raccolta possiedono una simile caratteristica. Il lettore che, anche solo per caso, si lasci attirare dalla prima parola, non può più tirarsi indietro ed è costretto a proseguire. In questo volume è raccolta la migliore produzione di Poe, da “Ligeia” a “La mascherata della morte rossa”, da “I delitti della via morgue” a “Lo scarabeo d’oro”. Nei suoi racconti l’analisi e il ragionamento si fondono con l’immaginazione visionaria, creando capolavori indimenticabili nei quali il macabro s’allea col delitto, l’incubo con la follia, l’amore con la morte. Prefazione di Gabriele La Porta.

Credo che Edgar Allan Poe non abbia bisogno di presentazioni, pioniere di quei generi tanto amati oggi. Dal giallo all’horror ma questo lo sappiamo già. La versione di Poe forse meno nota e dibattuta però riguarda quel suo ricercare fin nel profondo delle risposte agli eventi da lui stesso descritti. Poe infatti potrebbe essere colui che ha dato il la a quella psicoanalisi che Freud fa sua nel XX secolo. Lo scrittore cerca e ricerca continue risposte scendendo in profondità nell’animo e nell’intimo pensiero dei personaggi che egli stesso crea. Lo scrittore statunitense sembra praticare su se stesso quella stessa psicoanalisi in modo da poter far luce sui suoi demoni interiori che lo tormentano. Non ha avuto una vita facile specie da bambino. È un uomo schivo Poe che preferisce cercare risposte da se piuttosto che indossare quella maschera tanto decantata nel 900’ da Pirandello. Tutto ciò non poteva non causare terremoti emotivi, scaturiti probabilmente dalla presa di coscienza di se. I racconti contenuti in questo libro sembrano mettere a nudo lo stesso Poe davanti al lettore. Racconti non sempre facili da seguire a da capire soprattutto, parere di chi scrive, quel filone di racconti denominato “Immaginario”. Sarà colpa della nostra epoca, delle nostre letture moderne o la maestria dell’autore nel voler rivelare ai pochi veri osservatori il vero significato delle sue parole. Un testo questo che per chi come me ama il brivido e la ricerca di risposte non può non avere all’interno della propria libreria.

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Armando

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