Piccola e media editoria: l’autopubblicazione

È questa la vera rivoluzione degli ultimi decenni. In tutta sincerità, pensavo che le grandi multinazionali, come Amazon, avrebbero colto la palla al balzo fondando le loro case editrici una volta capito le reali potenzialità dell’editoria. Così non è stato. A disposizione dell’autore esordiente e non, le case editrici fondate sul self publishing mettono in campo tutti i servizi in grado di garantire non solo la pubblicazione dell’opera ma soprattutto la sua messa in commercio. Verrà fornito gratuitamente un ISBN valido, cosa che non tutti gli editori fanno (di quest’ultimo aspetto vi parlerò dettagliatamente all’interno dell’articolo della settima prossima). L’autore può scegliere in autonomia di servirsi o meno di questi servizi, alcuni dei quali necessari per la buona riuscita del testo, come l’editing. È libero di scegliere formato, copertina, carattere del testo e prezzo di vendita. Insomma, tutto è nelle mani dell’autore. Le stesse case editrici non mettono paletti su un possibile acquisto minimo di copie, cosa che rende davvero bassi i costi di produzione del lavoro. Insomma, fin qui tutto bene. Chiediamoci:

Quali sono i contro di tutto ciò?

Così come l’editing, tutti gli aspetti promozionali sono a carico dell’autore. La partecipazione a concorsi, premi, contest e tutto quello che riguarda l’aspetto pubblicitario è a discrezione di chi vuole pubblicare il proprio lavoro. Se questo può sembrare un limite, credetemi, non è così. Ho avuto modo di constatarlo personalmente. Il mio romanzo, La leggenda di Leon, venne pubblicato nella sua prima edizione da una casa editrice che si reputa, ancora oggi, tale. Nonostante ciò, la stessa non ha mai speso una parola sul mio romanzo. Non mi ha mai invitato a partecipare a nessuna manifestazione; non ha mai diamanto comunicati stampa, a differenza di quanto scritto sul contratto, in modo da creare attenzione sul lavoro frutto di tanti sacrifici. Quindi, alla luce di queste ultime considerazioni, perché perdere tempo con soggetti che si comportano come nient’altro che tipografie, che trattengono il testo per un numero di anni quasi fosse un ostaggio. Al momento, non posso che considerare il self publishing come un’ottima risorsa per noi autori… in attesa di una vera casa editrice pronta a puntare sul nostro lavoro.

Armando

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