Piccola e media editoria: è tutto oro quello che luccica?

Dopo aver maturato una esperienza di cinque anni tra editoria e scrittura, sono arrivato a trarre delle conclusioni tutt’altro che positive sul conto delle case editrici e degli editori impegnati in quella che viene chiamata in gergo piccola e media editoria. Soprattutto nel corso degli ultimi decenni, nuove case editrici sono apparse come funghi praticamente su tutta la penisola. Si potrà pensare:

Questo è un bene, c’è un ritorno alla lettura e alla cultura!

Purtroppo non è così. Molte case editrici, indicate come da titolo, altro non sono che specchietti per le allodole. Questi nuovi professionisti dell’editoria altro non fanno che sfruttare i lavori, e i sogni, degli autori, esordienti e non, per un loro tornaconto personale. In pratica, si mette nelle mani di perfetti sconosciuti il proprio testo, sborsando in molti, forse troppi, casi centinaia d’euro per vedere il proprio testo pubblicato. L’editing è a carico dell’autore; sinossi e biografia sono a carico dell’autore; L’ISBN, fondamentale per poter rintracciare il testo, non sempre è un codice valido, idoneo per una ricerca globale del testo pubblicato. Insomma, questi nuovi professionisti dell’editoria altro non fanno che prendere il testo, portarlo in una tipografia e stamparlo. Dopo aver incassato il loro guadagno… tanti saluti all’autore. Non ci sarà alcun interesse da parte di quell’editore di organizzare, informare, creare attenzione verso quel singolo testo. Anche la promozione è a carico dell’autore, a tutto favore dell’editore che per ogni singola copia venduta si vedrà rimpinguare le sue casse per almeno il 70% del prezzo di copertina. Alla luce di tutto ciò:

Perché dare in mano a persone del genere il frutto del lavoro di mesi se non di anni?

Armando

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