Philip Roth – Lo scrittore fantasma

All’età di ventitré anni, con quattro racconti pubblicati e una piccola recensione sulla “Saturday Review”, Nathan Zuckerman va a bussare alla porta del suo padre spirituale, lo scrittore Lonoff. L’uomo vive in quasi totale reclusione sulle colline del New England con la moglie Hope e una misteriosa ragazza, Amy Bellette, una sopravvissuta all’Olocausto. Zuckerman vuole da lui un’approvazione, anzi qualcosa che somiglia ad una assoluzione. Vuole sedersi ai suoi piedi e bere la sapienza di un vero letterato. Di chi ha votato all’arte ogni frammento della vita. Lonoff è un grande scrittore o, come egli stesso sostiene, è famoso per puro caso?

È un romanzo molto strano questo di Philip Roth. Per ben tra quarti della storia, quanto letto sembrava non riuscire a coinvolgermi. Si cadeva molto spesso nell’ovvio, quello della vita di uno scrittore affermato, affiancato alle aspettative, ai problemi e ai sogni di una nuova leva della letteratura che cerca, con grosse difficoltà, di emergere. C’è, in sottofondo, la questione che riguarda gli Ebrei e quell’olocausto che conosciamo molto bene. Sembra essere tutto qui. A sprazzi mi perdevo nel corso della narrazione, come se non riuscissi a concentrarmi su quanto stavo leggendo. La cosa strana, nonostante quanto appena detto, non ho mai provato la sensazione di voler mollare Lo scrittore fantasma, chiuderlo e far finta di non averlo mai iniziato. Mi sentivo come se qualcosa mi spingesse, pagina dopo pagina, a proseguire la lettura come a dirmi: il meglio deve ancora venire. Volete saperla una cosa? Alla fine è arrivato. Nonostante ci fossero stati sprazzi di dialogo che riportassero, anche se in maniera molto vaga, a quanto poi si è concretizzato, tutto potevo immaginarmi tranne quel pre – epilogo, se così posso definirlo, capace d’incollarmi letteralmente alle pagine. Alla luce di quei fatti ho, anche se parzialmente, capito del perché l’autore ha optato per un modus operandi così lento, macchinoso e che molto spesso ricadeva nell’ovvio. L’ultima parte del testo è stato un vero e proprio terremoto, arrivato all’improvviso e con una forza devastante. Ero pronto a valutare questo romanzo con il minimo sindacale ma alla luce di quanto avvenuto, letto e per le considerazioni che lo stesso lascia al giudizio del lettore, devo necessariamente rivalutarlo al rialzo. Consiglio a tutti coloro che si avvicinano al Lo scrittore fantasma di stringere i denti, di proseguire con la lettura, la sorpresa, sono sicuro di questo, vi lascerà senza parole.

PUNTEGGIO:

Armando

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