Palestre e prenotazioni a numero chiuso: una buona pratica per il futuro?

È stata una delle misure che ha cambiato completamente il volto delle palestre. L’emergenza corona virus ha costretto tutte le strutture sportive a difendere le proprie attività con le unghie e con i denti. Una delle novità che, probabilmente, più delle altre accompagna il mondo del fitness all’interno di una nuova dimensione è stato l’inserimento di un numero chiuso e di orari di entrata e uscita ben definiti. Inoltre, molte strutture hanno preferito, restando così al passo con i tempi, dotarsi di applicazioni in grado di permettere ai soci frequentatori di poter prenotare la loro seduta di allenamento in piena autonomia, comodamente dal proprio smartphone, evitando così di recarsi in sede; telefonare creando caos; dando al socio frequentatore la possibilità di poter cancellare e prenotare un orario diverso da quello scelto precedentemente in base agli impegni. Tutto ciò ha portato maggior ordine all’interno di queste belle realtà sportive. All’interno di esse, almeno in un primo momento, ci si chiedeva se questa misura avrebbe giovato o meno a proprietari e utenti. È così ogni qual volta ci si presenta davanti una novità mai presa prima in considerazione. Il nuovo fa paura ma, spesso, risulta una scelta migliore rispetto a quanto fatto in precedenza. L’utenza, e di questo ho dati certi in merito, ha accolto questo nuovo metodo con entusiasmo, felice di non dover affrontare una fila o un possibile assembramento in sede per la sola prenotazione. Tutto ciò apre la strada, a mio modo di vedere, poco battuta nel periodo pre-virus. La possibilità di ridurre gli ingressi per fascia oraria, soprattutto quella serale, storicamente presa d’assalto dai soci frequentatori, non solo permetterà agli atleti di allenarsi meglio, evitando antipatiche file agli attrezzi, ma andrà, con molta probabilità, a riempire quelle fasce orarie poco frequentate come quella di pranzo, tanto per fare un esempio. Il post covid potrebbe trasformare completamente il volto del mondo, e non solo per quanto riguarda le palestre. La scuola e il lavoro saranno soggette a quelle stesse misure a cui siamo stati costretti in questo periodo. Il lavoro da casa, credo, prenderà sempre più piede all’interno della nostra società; l’attività scolastica potrebbe essere rivista, facendo funzionare il sistema scolastico sia di mattina che di pomeriggio, cambiando il suo volto radicalmente. In tutto questo, come andrà a inserirsi il tempo dedicato all’attività sportiva? Lasciando a disposizione dei soci fasce orarie definite, così come è avvenuto fino al DPCM di fine ottobre che ne ha, purtroppo, decretato la chiusura, permettendo, giustamente, a un numero maggiore di persone, finita l’emergenza sanitaria, di frequentare i turni messi a disposizione, dovremmo ritrovarci un quadro completamente diverso rispetto a quello passato. I frequentatori andranno a spalmarsi su tutta la giornata, senza ingolfare quelle fasce orarie divenute, per forza di cose, off-limits. Per come la vedo io, ben vengano i turni limitati e ben definiti. Percorrendo questa strada anche dopo l’emergenza corona virus, le palestre andranno a mettere il punto esclamativo su una prerogativa che insieme all’attività sportiva e alla buona alimentazione fa bene alla società: la disciplina.

Armando

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