Masal Pas Bagdadi – Il tempo della solitudine

La memoria degli affetti, l’attesa di una parola buona, l’abbraccio di una persona cara: sono le cose che sostengono gli ospiti della casa di riposo. E più in generale danno a chiunque la forza necessaria per andare avanti in momenti di fragilità, consentendo di uscire dalla solitudine. Masal Pas Bagdadi, con la sensibilità e la delicatezza che la contraddistinguono, racconta le storie degli ospiti di una casa di riposo speciale e al tempo stesso molto simile ad altre: un “albergo a cinque stelle” dove gli ospiti vivono sospesi in un tempo non tempo, fatto di memoria del passato ma anche di attese per il rito dello Shabbat e per le visite dei parenti più stretti. L’autrice con amore e senza drammatizzazione ci fa vivere attraverso il racconto di questo mondo (spesso tenuto in disparte e dimenticato) la ricchezza nascosta dei personaggi, il loro calore umano, il loro bisogno di comunicare ed essere ascoltati con attenzione. “Il tempo della solitudine” è un libro e al tempo stesso un percorso di conoscenza, affettuoso e onesto, che fa riflettere non solo sul piccolo mondo della casa di riposo ma più generale sull’esistenza di tutti noi, giovani e meno giovani.

È un testo ricco di emozioni e di vita vissuta questo di Masal Pas Bagdadi. Raccontare, quasi in punta di piedi, il mondo delle case di riposo non è mai cosa facile. Tutti noi conosciamo queste strutture, nascoste, però, dietro un velo che lascia intravedere solo alcuni lati di quello stesso luogo. A restare nascosti, forse troppo spesso, sono le vite dei suoi ospiti, portatori e portatrici di esperienze di vita vissuta che dovrebbero aiutare tutti noi. La società sembra dar loro il ben servito, troppo impegnata nel produrre non si sa bene cosa. L’autrice considera quanto scrive in merito come Il tempo della solitudine, frase che dà il titolo al suo lavoro. È un parere strettamente personale questo: credo si debba rivedere lo stesso titolo in una chiave ben diversa. L’ospite di tale struttura non è soggetto alla solitudine, bensì a una emarginazione conferita dagli affetti più cari. A parte ciò, il testo risulta forte per la tematica affronta. L’autrice è riuscita in maniera deliziosa a descrivere la vita all’interno delle case di riposo, in modo da mettere tutti noi, lettori di ogni età, davanti una situazione a cui tutti, chi prima chi dopo, saremo soggetti: la terza età. Un libro da leggere e da tenere in libreria, magari a cui dare un’occhiata di tanto in tanto per poter, si spera, rivalutare le scelte fatte da una società che più che correre dovrebbe tornare a fermarsi e pensare un po’ di più.

Punteggio:

Armando

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