Mark Twain – Le avventure di Huckleberry Finn

Huck alla fine del precedente libro veniva adottato dalla vedova Douglas, che, assieme alla sorella, Miss Watson, Tenta invano di farne un “bravo ragazzo”. Ed è a questo punto che iniziano i suoi problemi: infatti il padre, un violento ubriacone, vuole a tutti i costi impossessarsene e così riesce a ottenere la custodia del figlio, che tiene segregato in una capanna tra i boschi che costeggiano le rive del Mississippi. Inizialmente Huck è contento del ritorno alla vita selvaggia, ma, dopo l’ennesimo episodio di violenza da parte del padre, decide di fuggire organizzando la messinscena della sua uccisione.

Che storia meravigliosa! All’interno di questo romanzo è racchiuso un vero e proprio mondo, fatto di uomini, giovani ragazzi, episodi di vita e, non di certo ultimo, condito da una morale capace di far riflettere il lettore di tutte le età e di tutte le epoche. All’autore va un plauso per il modo in cui ha deciso di narrare i fatti così come si sono svolti, facendo parlare questo ragazzino di nome Huckleberry Finn. Scrivere è già di per sé un lavoro difficile, farlo usando termini, pause e spiegazioni che escono dalla bocca di quello che altro non è che un bambino, non è certo compito facile. Sappiamo bene, purtroppo a nostre spese, come una volta diventati adulti non si riesce più a usare lo stesso linguaggio che per gran parte del tempo ci ha accompagnato. Mark Twain, pseudonimo dello scrittore Samuel Langhorne Clemens, ha mostrato tutta la sua maestria e il suo legame con quell’infanzia che sembra non aver mai dimenticato. È questo, oltre alle morali contenute all’interno de Le avventure di Huckleberry Finn, uno degli insegnamenti più grandi che, a mio avviso, l’autore ha lasciato a tutti noi. Si cresce, cambiano molte cose, noi cambiamo, ma se riusciamo a continuare a vedere il mondo con gli occhi di un bambino questa vita faticosa sarà di certo più lieve. Un ringraziamento particolare va anche ai traduttori del romanzo (quello che ho tra le mani è edito da B.C. Dalai editore) capaci di ricreare quelle atmosfere dettate, in inglese, da Twain per poter mostrare al mondo quel bambino divento l’idolo di tante generazioni di suoi coetanei. Non vi resta che sedervi comodamente in poltrona e partire quel questo magnifico viaggio. Ve lo assicuro, non ve ne pentirete. 

Punteggio:

Armando

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