Marco Posata – E da una lacrima…la felicità

Fin dove può spingersi una madre pur di riabbracciare il proprio bambino? L’opera prima di Marco Posata è ricca di interessanti spunti che potrebbero far pensare a un romanzo di avventure ricco di situazioni insolite, a volte create per portare avanti il plot narrativo: in realtà il viaggio, tema dominante, è una ricerca interiore per trovare sé stessi. Uno dei pregi dello scrittore è quello di approfondire la psicologia dei personaggi, in particolare quello di Lora, in una spietata analisi che a me, che ne ho studiato a fondo l’opera, suggerisce un accostamento, sicuramente audace, con Sigmund Freud. Altro tema che emerge nel libro di Posata è il suo grande amore per la natura, di cui, con felice espressione, gode respirandolo “l’odore acre e crudo”.

(Alessandro Quasimodo)

Marco Posata, con il suo E da una lacrima…la felicità, ci accompagna all’interno di un mondo molto diverso da quello che conosciamo. Romanzo prevalentemente descrittivo, l’autore preferisce dare enfasi ai sentimenti provati dalle protagoniste facendo risaltare, nel contempo, paesaggi e, in generale, tutto il contesto che gira intorno a loro. Il testo risulta essere molto profondo, sembra quasi un invito verso il lettore a immedesimarsi in ciò che accade alle protagoniste. Ci si pone davanti, come già accennato, un mondo molto diverso dal nostro. Quella che ci viene mostrata è una parte di quell’Africa sconosciuta e di una vita ben diversa da quei costumi occidentali tanto familiari e, di conseguenza, accettati. L’autore ci invita a guardare e conoscere una realtà che resta nascosta, o quasi, ai nostri stessi occhi. Da quest’ultima considerazione sembra suonare, di conseguenza, un campanello d’allarme: in una società sempre più omogenea, compatta e, per molti versi, standard, situazioni del genere continuano a passare troppo spesso in secondo piano. La scrittura risulta piacevole in tutto il proseguo della lettura grazie a uno stile pulito e sobrio di un autore capace di coinvolgere chi legge. Il romanzo stesso sembra essere una sorta d’invito, una apertura a valutare quelle differenze di vita che vengono vissute in altre parti del mondo.

Punteggio:

Armando

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