Licantropia – introduzione

Terminato il discorso riguardante il magico Peter Pan e i messaggi contenuti nel romanzo che hanno fatto conoscere al mondo il bambino volante, da questa settimana voglio aprire un nuovo tema di discussione. Al centro, dopo aver analizzato fin nel minimo dettaglio il vampiro non molto tempo fa, voglio mettere una figura che, probabilmente, spesso è stata sottovalutata, trascurando quei messaggi nascosti su cui tanto amo dibattere. Sul conto del licantropo, di cui tanto si è scritto a cavallo tra XIX e XX secolo, se né possono dire di cotte e di crude. Figura questa sfruttata fino all’inverosimile da scrittori, sceneggiatori, registi e fumettisti tanto da causare, purtroppo, un declino forse troppo prematuro di quel messaggio che la creatura mostruosa si porta con sé sin dai tempi della sua nascita. Naturalmente, e per chi segue il blog già da tempo lo sa, non voglio soffermarmi sulle produzioni letterarie e cinematografiche per presentarvi il mio punto di vista. A venire fuori, anche in questo caso, sarà il messaggio che il mostro licantropo si porta con sé. Vedremo, nelle settimane che seguono, cosa ha rappresentato in passato per la società questa creatura tanto temuta, soprattutto in quel periodo elisabettiano che l’ha presentata definitivamente al grande pubblico. Periodo storico quest’ultimo che ha consacrato il lupo mannaro facendolo diventare quell’icona horror capace di togliere il sonno a tutti coloro che si sono imbattuti nella sua figura. Cercherò di trarre delle valutazioni su come questo personaggio horror sia arrivato fino a noi. Cosa effettivamente è per questo mostro per la nostra epoca, così diversa da quella passata da sembrare addirittura fuori contesto, in modo da capire non solo come si è evoluta la creatura stessa ma, probabilmente e soprattutto, come ci siamo evoluti noi esseri umani nei confronti di messaggi che a oggi, purtroppo, vengono tralasciati con troppa superficialità. Il licantropo viene in nostro aiuto mostrando il suo lato più intimo e, magari, riuscendo a far riflettere tutti noi sulla nostra reale condizione, quella umanità forse troppo spesso sopravvalutata.

Armando

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