Le materie scientifiche

Non è una novità sentir dire ai giovani pronti a lasciare le scuole superiori e in procinto d’iscriversi all’università una frase di questo tipo: “lascia perdere le materie umanistiche, non ti daranno da mangiare. Buttati sulle materie scientifiche, solo così troverai un lavoro sicuro e ti sentirai appagato”. Questa demonizzazione della cultura ha portato negli anni non solo una carenza per quanto riguarda nuove figure, un cambio generazionale, pronte a portare un’innovazione di pensiero in questo mondo. Tutto questo ha creato la congestione dei corsi a materia scientifica. Ad affrontare questo percorso anche tutti quegli studenti che con le materie in questione non vanno proprio d’accordo. Allungamento dei tempi per il conseguimento dell’agognata laurea. Malessere interiore in quanto non si fa con piacere, in molti casi, un percorso per cui si è stati condizionati. Strigliate da parte di genitori e parenti, diavolo chi li ha inventati i parenti, sul perché “ci stai mettendo tanto; cosa fai all’università dormi? Allora ti vuoi muovere!”. Alla luce di ciò non posso non esprimermi in maniera chiara e definita: è colpa vostra, cari adulti, se accade tutto ciò. Qui non si parla soltanto di allontanamento da quelle materie umanistiche una volta fiore all’occhiello della nostra penisola, no. Si parla delle future generazioni costrette a seguire, molto probabilmente, una strada che avreste voluto seguire voi. Basta leggere i giornali, ascoltare la radio o guardare al TV, alle aziende italiane non interessano le competenze. Perché, se tutto questo non basta, una volta che il soggetto in questione conclude il suo percorso probabilmente lascerà il paese per andare a lavorare all’estero. Qui arriva la seconda tiritera: “ma chi te la fa fare? E adesso i tuoi come fanno? Non sei forse un po’ troppo egoista?”. Ecco che arriva il mio secondo chiarimento: è colpa vostra, cari adulti, se accade tutto ciò, di nuovo!. Ricapitolando: i giovani vengono spinti a fare qualcosa per cui non sono portati o comunque un qualcosa che non vorrebbero fare. Con sacrifici e sofferenze concludono il percorso, vengono sbattuti fuori dal sistema nazionale, trovano lavoro all’estero e…la colpa è loro? Credo che la soluzione sia abbastanza semplice: lasciate ai ragazzi scegliere la propria strada. Siete stati giovani anche voi, non dovete dimenticarlo questo, adesso la palla passa a loro.

Armando

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