Le Auschwitz dimenticate: conclusione

Siamo arrivati alla fine di questo viaggio. L’argomento, così come impostato, ha suscitato molte perplessità. Vedere accostato Auschwitz, a quanto pare un argomento tabù se non espressamente inserito nel suo contesto d’appartenenza, con situazioni, certamente, distanti dalle vicende della Shoah non sembra essere stato apprezzato. Il mio umile intendo non è quello di offendere, cosa che mi sembra non aver fatto. Non è quello di diffondere notizie false, cosa che non è avvenuta, né, tanto meno, rendere omogenee situazioni del tutto distanti l’una dall’altra. L’argomento da me trattato nelle scorse settimane ha visto come protagonisti alcuni fatti accaduti nel corso della storia, vicina e lontana, che mi hanno fatto riflettere. Per chi non avesse letto gli articoli precedenti, lascio a vostra disposizione tutti i link, in modo da avere un quadro completo della situazione:

Come si può ben vedere, il mio intento è stato uno, e uno soltanto: voler dimostrare che, se non si parla con continuità di accadimenti del genere, questi, in un futuro non molto lontano, potrebbero, cosa già accaduta, cadere in un dimenticatoio che altro non porterebbe se non a nuovi episodi di odio razziale, sfruttamento e un gioco di potere che vede i più deboli, di qualsiasi etnia, religione, stato sociale e nazionalità, soggiogati da quel prossimo troppo potente per poter resistere. Certamente la questione Auschwitz, e le pene sofferte dagli Ebrei nel corso di quegli anni bui, per noi ha un impatto molto forte. Sappiamo molto, probabilmente non tutto, su quanto accaduto all’interno di quei lager. Abbiamo imparato a conoscere una realtà che mai avremmo immaginato tale. Abbiamo istituito un giorno della memoria, certo, ma, chiediamo ci tutti:

Questo può bastare ad arginare l’indole maligna dell’essere umano?

Da questa domanda è nata la volontà di proporre l’argomento, invitando tutti i lettori a guardare da una prospettiva completamente diversa, di questo mi rendo conto. I fatti proposti mostrano come un’attenzione limitata verso episodi come quelli trattati non sia abbastanza. I volti di quei bambini in foto parlano chiaro: non sono stati accomunati dallo stesso luogo di tortura ma hanno vissuto un inferno molto simile. Era questo l’intento dell’argomento così trattato:

Mostrare come in modi, tempi e luoghi diversi, l’essere umano abbia provato a sopprimere culture con l’uso non solo della forza ma, soprattutto, con crudeltà inumane

A quanto pare, in molti dei casi esaminati, sembra sia riuscito nel suo intento. Non ne parliamo mai, o comunque troppo poco. Di alcuni non conosciamo nemmeno l’esistenza. Vogliamo davvero che questo accada anche per Auschwitz? Io certamente no. Continuerò, in futuro, a proporre l’argomento, con chiavi di lettura sempre diverse ma che congiungono in un unico punto fondamentale:

Il male non va dimenticato. Ne vale la vita di tutti noi e, soprattutto, di quelli che verranno dopo

Armando

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